lunedì 15 aprile 2013

soluzioni per l'acqua degli astronauti

 L’osmosi inversa fu scoperta da uno dei più grandi geni del secolo scorso, l’olandese Jacobus Henricus van’t Hoff, primo Premio Nobel in assoluto per la chimica nel 1901. Le prime applicazioni riguardanti la depurazione dell’acqua per uso alimentare furono adottate alla fine degli anni ’50 dalla Nasa; gli astronauti in volo riciclavano acqua purissima da quella già usata depurandola con l’osmosi inversa.
Anche nella guerra in Vietnam i Marines americani erano dotati di un kit manuale ad osmosi inversa. Trovandosi spesso nelle malsane paludi indocinesi, i soldati per abbeverarsi depuravano con il kit in dotazione l’acqua paludosa riuscendo a renderla pura.
Attualmente in USA il 65% delle famiglie è dotata di un depuratore ad osmosi inversa sotto il lavello della cucina.
Negli Stati Uniti l’acqua in bottiglia non è molto apprezzata ma, al tempo stesso, per il consumatore americano è essenziale che tutta l’alimentazione e la preparazione in cucina avvenga con acqua pura.

L’osmosi inversa è un procedimento che rende l’acqua più sana per l’uso alimentare attraverso il filtraggio e la depurazione.
È il sistema di depurazione più utilizzato nel mondo ed è un processo sicuro.
Il processo dell’osmosi inversa consiste in una membrana che, senza utilizzare agenti chimici, lascia passare le particelle d’acqua e i minerali “nobili” ma trattiene il 90-95% dei solidi disciolti, ottenendo un’acqua depurata definita “oligominerale”.

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