giovedì 25 aprile 2013

ACQUE IN BOTTIGLIA IN ITALIA

Gli italiani sono certamente i più grandi consumatori al mondo di acqua minerale: ne consumano circa nove miliardi di litri all'anno, pari a un consumo pro capite di 150 litri.
Sembra che questo enorme consumo sia dettato da due precise ragioni: la scarsa o addirittura inesistente fiducia nei confronti dell'acqua di rubinetto e le ossesive campagne pubblicitarie che esaltano le numerose qualità benefiche dell'acqua minerale.
Ogni giorno ci succede di vedere sulla stampa e in televisione una raffica di spot pubblicitari (pagati poi dagli stessi consumatori...) che esaltano una determinata virtù benefica di quell'acqua minerale piuttosto che la virtù benefica di quell'altra; il tutto "condito" da uccellini che posano sul bicchiere del testimonial o di rondinelle cristalline che svolazzano beate.
Ma le numerose acque minerali in commercio (ormai se ne contano più di trecento...) non sono tutte così "benefiche" come vogliono farci credere.
Ci sono in vendita molte bottiglie che contengono un'acqua così poco benefica che se uscisse dal rubinetto verrebbe dichiarata addirittura non potabile a causa del contenuto fuori limite ("fuorilegge") di alcune sostanze chimiche nocive alla salute.
Su segnalazione di alcune associazioni di categoria, e dopo opportune indagini, l'Unione Europea ha diffidato l'Italia dal continuare a permettere la vendita di acque minerali contenenti addirittura 19 sostanze chimiche pericolose in concentrazione di gran lunga superiore a quella ammessa per le acque potabili distribuite dagli acquedotti.
Emblematico è il caso del'arsenico: limitato a 50 microgrammi per litro nell'acqua di rubinetto e tollerato fino a 200 milligrammi per litro nelle bottiglie di acqua minerale.
Ciò è possibile grazie ad un Decreto Legge, esattamente il numero 542 del 1992, che sembrerebbe fatto su misura per le Società che imbottigliano e commercializzano le acque minerali.
Questo Decreto Legge ha innalzato i valori massimi ammissibili per alcune sostanze chimiche presenti nell'acqua minerale rispetto a quelli stabiliti per l'acqua potabile erogata dagli acquedotti, rendendo così commercializzabili acque assolutamente non potabili.
Inoltre, alcune Procure della Repubblica (Torino e Bari) hanno recentemente ordinato ai Nas (Nuclei Anti Sofisticazioni) dei Carabinieri di sottoporre ad analisi le acque minerali vendute in Italia.
Ecco l'inquietante scoperta dei Nas : " i sistemi di analisi adottati da alcuni laboratori che controllano la qualità delle acque minerali sono tarati in modo tale da non rilevare la presenza di certe sostanze chimiche nocive anche quando ci sono..."
Il quadro è veramente preoccupante, visto che si gioca con la nostra salute, anche se questo non vuole assolutamente dire che tutte le acque minerali in commercio siano così ingannevoli.
Fortunatamente ci sono in vendita delle acque minerali che sono veramente di ottima qualità.
Certo, queste ottime acque minerali sono un pò costose e non sempre si trovano negli scaffali del supermercato, ma vale la pena cercarle.

USO INDISCRIMINATO DEL CLORO NEGLI IMPIANTI DI POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA

"Dio ha creato 92 elementi chimici, l'uomo più di mille e il diavolo uno solo: Il cloro".

Ed è il cloro che nella stragrande maggioranza dei casi viene impiegato come disinfettante nel processo di potabilizzazione dell'acqua destinata al consumo umano.
Nei grandi acquedotti il cloro viene impiegato nella sua forma gassosa, anche se la manipolazione di questo gas richiede una particolare cautela dovuta al fatto che si tratta di un gas estremamente velenoso (aggredisce i polmoni causando tossi convulse).
Nei piccoli qcquedotti, invece, il cloro viene impiegato nella sua forma liquida, ovvero ipoclorito di sodio più o meno diluito; la comunissima candeggina, per esempio, è Cloro (ipoclorito di sodio) diluito al 10 per cento.
La clorazione dell'acqua destinata al consumo umano genera non pochi problemi alla salute.
Quando il cloro incontra della materia organica, animale o vegetale che sia, può reagire chimicamente e trasformarsi in nuove sostanze chimiche conosciute con il nome di Cloroderivati, vere e proprie sostanze cancerogene.
Recenti studi svolti da importanti Istituti Universitari hanno evidenziato un aumento del 46 per cento di tumori tra le persone che utilizzano acqua clorata, soprattutto tumori al retto, al colon e alla vescica.
Come se ciò non bastasse, attualmente si sta avanzando il sospetto che alcuni cloroderivati possano addirittura causare alterazioni del DNA (effetto genotossico).
Fortunatamente c'è una crescente opinione del mondo medico che pone la clorazione dell'acqua tra i gravi rischi per la salute, ritenendola un grande problema da affrontare e risolvere al più presto.
I gravi rischi per la salute, derivanti dall'assunzione di acqua clorata, si possono facilmente evitare consumando acqua in bottiglia, che certamente non è clorata.
Attenzione, però: come tutte le altre sostanze chimiche, i cloroderivati presenti nell'acqua non evaporano con la bollitura, e quindi dobbiamo usare acqua non clorata anche per cucinare.


L'acqua e certi tipi di cancro possono essere collegati. Si ritiene che il 60%-80% dei tumoti abbia un'origine ambientale. Numerosi studi hanno dismostrato la presenza di composti chimici cancerogeni nelle acque potabili. Infatti degli oltre duemila contaminanti presenti nell'acqua, 190 di essi hanno mostrato effetti negativi sulla salute: cangerogeni, mutageni, teratogeni o tossici.
Solo appropriati sistemi di filtrazione possono rimuovere questi contaminanti dall'acqua che beviamo.
Il dottor Martin Fox riprende polemicamente il solito discorso sull'uso scriteriato del cloro e ci ricorda che la maggior parte delle acque potabili contiene cloro, normalmente usato per la disinfezione. Alla fine degli anni Sessanta del Novecento, il Price affermò che una delle principali cause dell'arteriosclerosi è il cloro. Egli basò questa conclusione su un esperimento nel quale, aggiungendo cloro all'acqua precedentemente declorata che dava da bere ai polli, rilevò che gli animali si ammalarono di arteriosclerosi nel giro di pochi mesi.
Come si è visto il cloro si combina anche con sostanze fortemente cancerogene tra cui cloroformio, bromoformio, ecc.. Non ci stanchiamo di ripetere che in molte acque potabili la quantità di queste sostanze eccede i livelli minimi ammessi dalla legge.
I composti derivati dal cloro favoriscono la produzione di radicali liberi nel nostro organismo. I radicali liberi danneggiano le cellule e sono all'origine sia dell'arteriosclerosi, sia del cancro.

LE SOSTANZE CHIMICHE CONTENUTE NELL'ACQUA

Odori: odore di uova marce dovuto alla presenza di solfuri; odore di pesce dovuto alla presenza di metaboliti algali; odore di candeggina dovuto alla presenza di cloro utilizzato nel processo di potabilizzazione dell'acqua.

Sapori: ogni singolo sapore riscontrato nell'acqua corrisponde allo specifico odore come sopra descritto.

Torbidità: dovuta alla presenza di sostanze indisciolte disperse nell'acqua; anche i microorganismi concorrono a "sporcare" l'acqua.

Cloruri: dovuti all'intrusione di acque salmastre oppure allo scorrimento dell'acqua di falda che attraversa terreni gessosi.

Calcio: normalmente presente nell'acqua di falda che scorre su strati di roccia calcarea; insieme al magnesio determina la durezza dell'acqua espressa in gradi francesi (°F), dove un grado francese corrisponde a 10 milligrammi per litro di calcio e magnesio.

Magnesio: quasi sempre associato al calcio nella stessa proporzione con la quale si trova presente nelle rocce calcaree.

Sodio: presente nelle acque naturali associato ai cloruri, oppure dovuto al trattamento dell'acqua con addolcitori a scambio ionico che lo utilizzano come rigenerante delle resine.

Alluminio: presente nelle acque con pH molto elevato; molto spesso la presenza di alluminio nell'acqua è dovuta al suo utilizzo come flocculante nel processo di potabilizzazione.

Nitriti: dovuti alla trasformazione microbiologica dell'ammoniaca; i nitriti presenti nell'acqua sono l'indicatore chimico di un inquinamento da microorganismi.

Nitrati: dovuti principalmente ai fertilizzanti chimici utilizzati in agricoltura, ai liquami della zootecnia e agli scarichi fognari; quando entrano nell'organismo e si associano alle ammine contenute nei cibi, i nitrati danno origine alle nitrosoammine che sono universalmente riconosciute come sostanze cancerogene.

Vedi anche la tossicità dei nitrati

Ammoniaca: presente in quasi tutte le acque sotterranee a seguito di trasformazioni microbiologiche delle sostanze vegetali.

Solfuri: presenti nelle acque di pozzo a seguito di trasformazioni microbiologiche delle molecole di zolfo.

Boro: dovuto agli scarichi delle industrie che lavorano la ceramica.

Cloroderivati: sostanze tossiche o cancerogene derivanti dalla reazione chimica del cloro con la materia organica animale o vegetale presente nell'acqua.

Vedi anche Due parole sul cloro

Ferro: metallo pesante presente in quasi tutte le acque sotterranee; se lo si trova al rubinetto in forma ossidata, ovvero come pezzettini di ruggine, indica uno stato di corrosione delle tubature e una probabile presenza di ferrobatteri.

Manganese: presente quasi sempre associato al ferro, anche se in proporzioni decisamente inferiori.

Cloro: residui di cloro si riscontrano solo nelle acque degli acquedotti che lo utilizzano come disinfettante nel processo di potabilizzazione; la comunissima candeggina è cloro (ipoclorito di sodio) diluito al 10%.

Vedi anche Due parole sul cloro

Arsenico: sostanza altamente tossica la cui presenza nell'acqua è dovuta a scarichi delle industrie che lo impiegano per la produzione di insetticidi.

Cianuri: pressochè assenti nelle acque naturali ma presenti in quelle contaminate dagli scarichi delle industrie che lavorano i metalli (per esempio galvanoplastica e zincatura).

Piombo: metallo pesante altamente tossico, soprattutto per il sistema nervoso, molto frequente nelle acque che scorrono dentro tubature di ferro tra loro unite con saldature a piombo.

Mercurio: elemento tossico presente nell'acqua a seguito di scarichi industriali delle aziende che operano nella produzione del cloro e della soda.

Antiparassitari: fanno parte di questo gruppo di inquinanti i pesticidi, i funghicidi, i diserbanti, gli alghicidi, gli insetticidi e tutti i loro derivati; gli antiparassitari sono inquinanti ad elevata tossicità, alcuni sono cancerogeni, la cui presenza nell'acqua è dovuta al loro massiccio impiego nelle attività agricole..

La tossicità dei Nitrati nell'acqua


La presenza di nitrati (N03) nelle acque superficiali e in quelle sotterranee destinate al consumo umano è sicuramente un grave problema che andrebbe affrontato e risolto quanto prima, soprattutto per le sue conseguenze sulla salute umana.
L'inquinamento da nitrati delle nostre acque è principalmente causato dalle dispersioni della rete fognaria urbana e sub-urbana, dalla cattiva gestione dei fanghi provenienti dai trattamenti acquedottistici dell'acqua, dal non corretto smaltimento dei liquami zootecnici e dall'eccessivo impiego di fertilizzanti azotati in agricoltura (il nitrato è la forma ossidata dei composti azotati).
Tutto ciò ha causato la saturazione di azoto del suolo e del sottosuolo, e di conseguenza un inquinamento da nitrati delle falde acquifere che va ben oltre i 50 milligrammi per litro stabiliti come limite massimo per la potabilità dell'acqua.
E a proposito di limite, è oportuno ricordare che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sugerisce un limite per i nitrati pari a 10 milligrammi per litro.
La scienza medica ha ormai confermato che il consumo di acqua contenente concentrazioni elevate di nitrati, o il consumo di alimenti preparati con questo tipo di acqua, può provocare problemi tossicologici anche gravi.
All'interno dell'organismo umano i nitrati vengono ridotti a nitriti sia nel cavo orale (ad opera della saliva) che nello stomaco (se il pH è superiore a 5) come anche nelle vie urinarie (in presenza di infezioni).
Successivamente, se i nitriti incontrano altre sostanze chimiche come le ammine o gli aminoacidi contenuti negli alimenti, reagiscono formando le nitrosoammine, alcune delle quali sono universalmente riconosciute come sostanze cancerogene e altre come sostanze ad azione mutagena diretta (alterazioni del DNA).
Oltre a ciò, l'entrata dei nitriti nel sistema circolatorio sanguigno può provocare in soggetti debilitati o con turbe ematiche la modificazione dell'emoglobina in metaemoglobina, con conseguente riduzione dell'apporto di ossigeno ai tessuti.
Nei neonati la metaemoglobinemia è considerata una malattia grave, conosciuta anche con il nome di "blue baby sindrome", ovvero sindrome del bambino cianotico.
Questa patologia si manifesta soprattutto nei soggetti alimentari con latte artificiale preparato utilizzando acqua contenente un valore elevato di nitrati.
Secondo alcuni ricercatori esisterebbe un rapporto abbastanza stretto tra contenuto elevato di nitrati nell'acqua potabile e l'aumento di certi tumori, specie di quelli al fegato, all'esofago, allo stomaco e ai reni.
Quel che è certo è che il contenuto elevato di nitrati nelle acque potabili è proporzionale all'incremento di certi tipi di tumore all'apparato digerente.
In un suo bollettino, l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) invita a non utilizzare acqua contenente nitrati, sia quella utilizzata per bere che quella utilizzata per cucinare gli alimenti.
Infatti, sottolinea l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, con la bollitura le sostanze chimiche come i nitrati non evaporano ma, al contrario, si concentrano maggiormente innalzando così la soglia di tossicità precedente alla bollitura.
Per concludere, è bene ricordare che da un punto di vista meramente sanitario i nitrati non sono tossici in quanto tali, ne tantomeno cancerogeni o genotossici, ma lo diventano nel momento stesso in cui si trasformano in nitrosoammine dopo la loro riduzione a nitriti.

lA BOLLITURA DELL'ACQUA NON RIDUCE GLI AGENTI INQUINANTI , ANZI

Sempre più persone, almeno otto su dieci, evitano di bere l'acqua potabile che esce dai loro rubinetti.
Queste persone sanno bene che la loro acqua è inquinata da numerose sostanze chimiche, alcune delle quali sono addirittura tossiche o cancerogene, e non gli interessa più di tanto sapere che questo inquinamento è contanuto nei limiti stabiliti dalla legge.
Spesso l'acqua del rubinetto presenta odori e sapori così sgradevoli da giustificare il rifiuto a berla; alcune volte è talmente dura, cioè calcarea, da renderla veramente indigesta; altre volte contiene della sabbiolina e dei pezzettini di rugine che disturbano il palato.
Comunque sia, tutte le persone che bevono acqua in bottiglia lo fanno perchè non si fidano di quella che esce dal loro rubinetto.
Poi però, stranamente e paradossalmente, tutte queste persone continuano ad utilizzare l'acqua del rubinetto pe rcucinare i cibi, per fare il the e il caffè o addirittura per preparare le delicate pappe ai loro bambini.
Queste persone pensano di essere al sicuro soltanto per il fatto che l'acqua utilizzata per cucinare viene fatta bollire, eliminando così qualsiasi rischio per la salute.
Questo è vero per quanto riguarda eventuali microorganismi presenti nell'acqua, ma è assolutamente falso per quanto riguarda le sostanze chimiche che con la bollitura vengono addirittura rese più concentrate e quindi più pericolose.
È risaputo che la bolitura non elimina gli inquinanti chimici presenti nell'acqua, e se ci fosse bisogno di una conferma basterà ricordare come viene prodotta l'acqua distillata, l'unica acqua che non contiene assolutamente alcuna sostanza chimica.
L'acqua distillata si ottiene per raffreddamento del vapore prodotto con la bollitura, il che conferma che tutte le sostanze chimiche che l'acqua conteneva sono rimaste...nell'acqua che non è evaporata.
Non solo, i cibi cotti nell'acqua inquinata asorbono gli inquinanti che essa contiene proprio come ssarbe il sale da cucina(sodio) che aggiungiamo all'acqua quando cuociamo la pasta.
E allora, per concludere, se non ci fidiamo dell'acqua di rubinetto e per questo non la beviamo, perchè continuiamo a "mangiarla"?

Bisfenolo A presente nelle bottiglie e contenitori per liquidi in plastica

è una sostanza ampiamente usata per le bottiglie in plastica, il sottile film interno alle scatolette di cibi conservati, le tettarelle per lattanti e le confezioni alimentati.
Se ne producono annualmente 2,8 milioni di tonnellate. A quanto pare, già si sapeva che questa sostanza contaminava gli alimenti con cui veniva a contatto, ed era sospettata di alterare gli ormoni sessuali umani. Ma ora uno studio ha scoperto che è collegata col cancro alla prostata. In particolare, l'assunzione nella dieta umana di quantità piccole ma costanti di bisfenolo è particolarmente pericoloso nelle donne in gravidanza, alterando in modo cruciale, ma invisibile, lo sviluppo dei neonati.
La sostanza provoca infatti alterazioni microscopiche nella prostata del feto, che non sono riscontrabili alla nascita. Gli effetti si fanno sentire con gli anni, nella terza età, con ipertrofia delle prostata e tumore. Le alterazioni possono causare anche malformazioni dell'uretra.
In Italia si registrano ogni anno 11 mila nuovi casi di cancro prostatico, e 6.300 morti per questa patologia: è la seconda causa di morte per cancro negli uomini, dopo il cancro al polmone. Il 60% dei casi è concentrato nel nord del Paese, evidentemente più avanzato e quindi più esposto al bisfenolo. Nell'ancor più avanzata Gran Bretagna, che ha una popolazione pari a quella italiana, i casi nuovi di cancro alla prostata sono 27 mila all'anno. Il fatto è che il bisfenolo è un estrogeno-simile, che mima l'ormone femminile.
Piccolissime quantità di questa plastica bastano dunque, nella vita fetale, a scombinare il sistema genitale dei maschi. La scoperta è dovuta all'equipe del professor Frederick vom Saal, che lavora all'Università del Missouri. Il gruppo ha somministrato a topine gravide piccolissime quantità di bisfenolo A, mentre ad altre cavie è stato somministrato in pari quantità dell'estradiolo, l'ormone usato nella pillola contraccettiva. Il test mirava a verificare se certi danni alla prostata del neonato avvenivano quando la madre, prendendo la pillola, restava accidentalmente incinta. Invece la prova ha dimostrato che entrambe le sostanze alteravano la prostata: e in quantità minime, molto minori di quelle che gli esseri umani ingeriscono bevendo dalle bottiglie di plastica.
E gli italiani sono i massimi consumatori mondiali di acqua cosiddetta minerale: 184 litri a testa, per una spesa di circa 500 euro all'anno a famiglia (i tedeschi non arrivano a 145 litri ). Spesso quest'acqua proclamata minerale viene dall'acquedotto comunale; ed è di sicuro peggiore, perchè contenuta in bottiglie quasi sempre di plastica.

Il mondo ha sempre più sete e tra 30 anni resterà a secco



Il rapporto acqua-città, il dramma dei paesi poveri e le buone pratiche nel colabrodo Italia.
Ci sono due motivi sostanziali per cui la giornata mondiale dell'acqua quest'anno è dedicata al tema Acqua per la città: come rispondere alle sfide dell'urbanizzazione. La metà del genere umano vive in agglomerati urbani, e si calcola che tra vent'anni quasi il 60% della popolazione sarà stipata nelle principali città del mondo: 5 miliardi di persone. Essendo così decisivo il rapporto acqua-città, il problema ormai chiama direttamente in causa la responsabilità politica delle singole amministrazioni, delle aziende e di tutti i cittadini che possono influire direttamente nella gestione dell'acqua in contesti urbani - basti pensare al referendum di giugno. Di questa sfida parla il dossier preparato dal Comitato italiano Contratto Mondiale sull'acqua (www.contrattoacqua.it).

La situazione mondiale

La mancanza di acqua nelle aree più povere del pianeta (Asia e Africa) apre scenari drammatici. Almeno 5 milioni di persone ogni anno abbandonano le campagne per trasferirsi in città, 493 milioni di persone non hanno servizi sanitari, 789 milioni sopravvivono senza accesso all'acqua e il 27% della popolazione urbana nei paesi del sud del mondo non ha la rete idrica in casa. E il futuro non promette niente di buono, se è vero che nei prossimi venti anni in questa area del pianeta la popolazione è destinata a raddoppiare. Ma l'impatto dell'urbanizzazione ormai si fa sentire anche nelle città industrializzate, dove 497 milioni di persone hanno servizi igienici in comune e dove il 38% della crescita della popolazione è concentrato nelle periferie, con accampamenti totalmente sprovvisti di acqua e servizi. Sono i poveri che abitano a «casa nostra».

Acqua e povertà

La sfida più importante sarebbe quella di fornire acqua a quelle 828 milioni di persone che oggi vivono nelle baraccopoli. I poveri, oltretutto, pagano un litro d'acqua fino a 50 volte di più dei loro vicini ricchi, in quanto sono costretti a rifornirsi dai privati. Stime non proprio confortanti dicono che la popolazione dei quartieri poveri è destinata ad aumentare di 27 milioni di persone all'anno. Ma c'è chi muore di sete e chi l'acqua può sprecarla: si passa da una disponibilità media pro-capite di 425 litri al giorno per un cittadino statunitense ai 10 litri per un abitante del Madagascar (237 per un italiano e 20 per una intera famiglia africana). Allora si può ben dire, come ha scritto L'Osservatore Romano, che «l'acqua è un bene troppo prezioso per obbedire solo alle ragioni del mercato e per essere gestita con un criterio esclusivamente economico e privatistico».

Inquinamento, salute e sprechi

Ogni giorno, nelle principali città, 2 milioni di tonnellate di rifiuti umani vengono smaltiti in corsi d'acqua. La mancanza di impianti di depurazione nei paesi poveri, e gli scarichi industriali fuori controllo, provocano gravi problemi di salute (la malaria è ancora una delle principali cause di morte in molte aree urbane). La gestione degli acquedotti fa acqua da tutte le parti: i livelli di perdita delle reti idriche raggiungono anche il 70%, con una disonorevole media italiana del 47%. In totale, la quantità d'acqua potabile che ogni anno viene dispersa nelle principali città è stimata attorno ai 500 milioni di metri cubi.

Città e acque in bottiglia

Gli italiani continuano ad essere i più forti bevitori in Europa di acqua minerale (194 litri a testa, più del doppio della media europea, per un totale di 12,5 miliardi di litri imbottigliati). Le aziende produttrici gestiscono affari colossali (2,3 miliardi di euro all'anno) pagando alle Regioni pochissimi euro all'anno per lo sfruttamento delle fonti di acque minerali: sono 189, per 321 marche commercializzate. A livello di bilancio familiare, significa che una famiglia di quattro persone spende tra 320 e 720 euro all'anno per bere acqua minerale.
L'impatto ambientale di questo consumo scriteriato è presto detto: l'Italia produce 12,4 miliardi di bottiglie l'anno consumando 655 tonnellate di petrolio, scaricando in aria 910 mila tonnellate di CO2 e (nella spazzatura) 200 mila tonnellate di plastiche, il cui smaltimento è a carico degli enti locali, cioè dei cittadini. Inoltre, solo il 18% delle acque minerali imbottigliate viaggia su rotaia: significa che ogni anno 300 mila Tir fanno avanti e indietro per far aumentare i profitti stratosferici delle multinazionali o delle aziende che imbottigliano un bene comune.

Buone pratiche in città

Il Comitato italiano per un Contratto mondiale dell'acqua dieci anni fa ha lanciato l'idea di ricostruire e riattivare nelle città «punti d'acqua pubblica» come momenti di riscoperta e socializzazione del bene più prezioso. Da eventi inizialmente simbolici, oggi hanno preso corpo tre specifiche campagne che danno un prezioso contributo nella costruzione di un nuovo rapporto tra acqua e città.

1) L'etichetta dell'acqua del sindaco: si tratta di una campagna di sensibilizzazione per contrastare la tendenza a denigrare l'acqua del rubinetto, sottoscritta da diverse amministrazioni che hanno «sponsorizzato» la bontà della loro acqua, con il risultato che oggi l'acqua del rubinetto, dopo anni, è riapparsa nelle mense scolastiche di diverse città (Roma, Firenze, Milano, Bologna, Perugia...).

2) Le Case dell'Acqua: diverse amministrazioni hanno reintrodotto punti di ristoro collettivi (in giardini, piazze, scuole e stazioni) per contrastare l'uso di acque minerali.

3) Le fontanelle pubbliche: la proposta di realizzare nuove fontanelle o erogatori di acqua pubblica (anche frizzante) è stata accolta da numerosi comuni italiani, che oggi offrono ai cittadini sorsate di prodotto gratis o a prezzi stracciati. Piccole gocce di saggezza.

Meno minerale e più rubinetto

Gli italiani spendono di più per comprare acqua minerale che per acquistare vino. Dai dati forniti dall'Istat in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, Coldiretti ha desunto che l'acquisto di minerale è la prima voce di spesa del bilancio familiare destinata alle bevande (19,71 euro al mese per famiglia). Tra alcolici e analcolici, ogni famiglia italianaspende complessivamente 41,06 euro al mese. La minerale per la prima volta ha superato il vino per il quale le famiglie italiane spendono 12 euro mensili. Negli ultimi 30 anni la spesa per il vino si è dimezzata, il consumo procapite è sceso a 40 litri per persona all'anno, per un totale di 20 milioni di ettolitri circa. L'uso della minerale è in calo mentre cresce il consumo dell'acqua del rubinetto (+1,2% negli ultimi dieci anni). Secondo l'Istat la spesa media per famiglia per il servizio idrico integrato domestico (acquedotto, canone fognatura, canone di depurazione) si aggira intorno ai 270 euro all'anno. Una famiglia su dieci (10,8%) lamenta disservizi nell'erogazione. L'Italia è come sempre divisa in due. Al sud le segnalazioni di inefficenze salgono al 18,7% (Calabria 33,4%, Sicilia 28,3%). Al nord si fermano al 5,8% delle famiglie. Conseguentemente al sud si spende di più per l'acqua minerale (20,34 al mese per famiglia contro 18,75 euro spesi al nord). Il calo di consumo di minerale cresce tanto più aumenta la fiducia nei confronti dell'acqua del rubinetto. Il 32,8% delle famiglie ha almeno un componente che non si fida dell'acqua del rubinetto con punte là dove è peggiore la situazione degli acquedotti (Sicilia, 64,2%, Calabria 52%). Le famiglie che acquistano minerale nel 2009 erano il 63,4%, mentre nel 2000 erano il 64,2%. La fiducia nel rubinetto però crolla quanto più aumentano i costi in bolletta. Rispetto al 2008 i rincari medi si attestano al 6,7% (Viterbo +53,4%, Treviso +44,7%). Dal 2000 ad oggi, 80 capoluoghi su 115 hanno ritoccato la bolletta per un aumento totale del 64,4%.

mercoledì 24 aprile 2013

Arsenico nell'acqua ...

E’ un’emergenza senza fine quella dell’arsenico nelle acque di tre province del Lazio, con migliaia di persone obbligate a vivere senza acqua potabile, costrette a usare le taniche anche solo per cucinare. Migliaia le persone coinvolte nei Castelli romani, a sud della capitale, a Latina e in buona parte della provincia di Viterbo. Una popolazione che – secondo un recentissimo studio dell’Istituto superiore di sanità – ha accumulato nel proprio corpo alte concentrazioni di arsenico, anche grazie al sistema delle deroghe, che ha permesso ai gestori degli acquedotti di agire al di fuori dei limiti di legge. Il 31 dicembre è scaduto il termine ultimo stabilito dalla Commissione europea per la normalizzazione della situazione, ma senza esito: in moltissime città dai rubinetti continua ad uscire acqua non potabile.

La ricerca dell’Iss è partita nel 2011 subito dopo il diniego da parte della commissione europea di una deroga che innalzasse i limiti di legge di cinque volte, presentata due anni fa dalla giunta regionale del Lazio. Nell’ottobre del 2010 Bruxelles decise di non autorizzare quel provvedimento, che prorogava una deroga iniziata subito dopo l’entrata in vigore delle norme europee sulla qualità delle acque potabili, accolta dall’Italia nel 2001.

Il Reparto di tossicologia alimentare e veterinaria del Dipartimento di sanità pubblica dell’Istituto superiore di sanità ha avviato – subito dopo l’ultimatum della commissione europea – il biomonitoraggio di 269 volontari, tutti residenti nelle zone con acqua ad alto contenuto di arsenico. Lo scopo dello studio era di capire come la sostanza si accumulasse nel corpo, fattore chiave per stimare il possibile pericolo per la salute. Il primo risultato è stato divulgato in una newsletter del dipartimento di sanità pubblica e mostra dati poco rassicuranti.

La concentrazione dell’arsenico nelle unghie della popolazione monitorata, ad esempio, raggiunge picchi di molto superiori alla norma (ovvero ai tassi normalmente presenti nella popolazione residente in zona non contaminata): “Nelle aree oggetto di studio, la concentrazione media e mediana di arsenico nelle unghie è risultata pari rispettivamente a 252 ng/g e 188 ng/g (valori di riferimento: 88 ng/g e 83 ng/g, ndr), con un valore massimo di 5107 ng/g. Per oltre la metà dei soggetti, l’esposizione a lungo termine stimata mediante tale biomarcatore è risultata superiore a quella massima misurata per la popolazione di controllo”, si legge nello studio.

Superiore ai valori di legge è anche il contenuto medio di arsenico riscontrato nell’acqua utilizzata per cucinare dal campione della popolazione monitorato: “La concentrazione media di arsenico nell’acqua utilizzata per la cottura e preparazione degli alimenti è pari a 16,6 μg/L (mediana 14,7 μg/L), con un intervallo di valori pari a 0,2-65,2 μg/L. Il 70% e 36% dei campioni presenta concentrazioni superiori rispettivamente a 10 μg/L e 20 μg/L. Pertanto, l’acqua utilizzata per la preparazione degli alimenti può dare un contributo significativo all’esposizione complessiva”.

E’ la prova che l’arsenico assunto attraverso la cottura dei cibi con acqua contaminata o bevendo dal rubinetto nelle zone con alti valori del metallo pesante si concentra nel corpo. Dunque le conseguenze del lungo periodo di deroghe – iniziato nel 2001 e terminato solo una settimana fa – rischiano di essere pesanti per la salute. L’arsenico inorganico – ovvero quello contenuto nelle acque – è oggi considerato dai principali istituti di ricerca un cancerogeno di classe 1, ovvero una sicura concausa per lo sviluppo dei tumori.

E' falso il detto che ci sono pochi sali minerali con l'osmosi inversa-la verità per la depurazione dell’acqua


 
OSMOSI INVERSA : E' FALSO il detto che l’acqua prodotta dai sistemi di depurazione ad osmosi inversa è troppo povera di sali minerali e quindi non è idonea per usi alimentari:  vediamo il perchè.

La filtrazione per osmosi inversa, tecnologia certamente all’avanguardia per il trattamento dell’acqua destinata all’uso alimentare, prevede, insieme alla riduzione della salinità, l’eliminazione pressochè totale degli inquinanti chimici ed organici eventualmente presenti nell’acqua, mediante membrane semipermeabili, che garantiscono una elevata purezza dell’acqua prodotta.

E’ ormai comunemente assodato che l’acqua non è da considerare un elemento importante su cui contare per ottenere la quantità di sali minerali necessari per il nostro fabbisogno quotidiano, se si considera che le quantità apportate dall’acqua sono così basse da non rappresentare un fattore importante.

Una persona adulta e sana che beve due litri di acqua mediamente mineralizzata al giorno riceve un apporto di calcio del 6%, di magnesio del 3% e di sodio del 2% rispetto al totale del fabbisogno giornaliero del nostro corpo umano.

Questi elementi, pertanto, devono essere assmilati attraverso gli alimenti e non dall’acqua alla quale non si può attribuire un qualsiasi ruolo dietetico o di alimentazione.

Il dispositivo ad osmosi inversa produce un’acqua il cui residuo fisso (misurazione della quantità di sali disciolti) è paragonabile a quello delle migliori acque oligominerali largamente pubblicizzate, e frequentemente consigliate come acque di bevanda, quindi non si devono certamente temere ripercussioni negative sul piano dietetico.

Bisogna inoltre considerare che assieme ai sali, molte acqua classificate potabili possono contenere elementi indesiderati e sostanze non gradite, persino un recente test sulle acque minerali condotto da una rivista di consumatori, ha rilevato la presenza di coliformi totali, pseudomonas aeruginosa, nitriti, nitrati in alcuni campioni di acque in bottiglia con valori al di sopra dei limiti fissati dalle normative vigenti.

Una raccomandazione importante, infine, è quella di usare solo purificatori ad Osmosi Inversa in possesso dei dispositivi che li rendono conformi alle direttive UE  ,TUV , Fresenius nonchè  al Decreto del Ministero della Sanità che ha recentemente stabilito severi criteri di ammissibilità delle apparecchiature destinate al trattamento dell’acqua potabile destinata all’uso domestico.

FUNZIONA CON OSMOSI INVERSA L'Acqua potabile per l'isola di Lipari

 Lipari è la più grande delle Isole Eolie, una zona nominata dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità nonchè rinomata e famosa meta turistica.

La popolazione di Lipari raddoppia nei mesi estivi gravando così sulla fornitura di acqua potabile dell'isola e per questo motivo Euro Mec ha previsto la fornitura di un impianto di trattamento acqua potabile desalinizzando l'acqua del Mar Tirreno.

L'impianto è stato progettato per essere realizzato in diverse fasi. La fase iniziale comprendeva la consegna anticipata della prima sezione dell’impianto. Questa sezione ha una portata di 150 m³/h, operativo 24 ore al giorno per una produzione complessiva di 3600 m³/giorno di acqua potabile. L’urgente consegna anticipata è stata completata nel mese di luglio, giusto in tempo per il picco dell'alta stagione del mese di Agosto quando i turisti affollano le pittoresche isole per le vacanze estive.

L’impianto di trattamento acqua funziona a base di osmosi inversa per produrre 450 m3/h di acqua potabile da acqua di mare ed è stato progettato per funzionare con energia fornita da un impianto fotovoltaico. La particolare configurazione del desalinizzatore ottimizza le sue prestazioni e garantisce un facile accesso per la gestione e la manutenzione delle apparecchiature.

NEWS 2013 ACQUA POTABILE DAL MARE - SI PUO' FARE?

Il primo sistema è basato sull’ utilizzo di pannelli solari posti su una grande cisterna cilindrica galleggiante in mare, che utilizzeranno l’energia solare per far si che avvenga il processo di desalinizzazione, o più specificamente osmosi inversa ( cominciamo con il dire che l’osmosi è il processo naturale mediante il quale una soluzione più concentrata di soluto tende a spostarsi attraverso una membrana osmotica verso la soluzione meno concentrata creando così un equilibrio tra le 2 soluzioni, nell’osmosi inversa invece si forzerà questo processo grazie all’intervento di una pressione aggiunta a quella osmotica già presente attraverso una membrana più spessa che in questo modo tratterrà il soluto, in questo caso il sale marino, e restituirà dall’altro lato della membrana acqua pura n.d.r.), producendo così acqua pura da poter utilizzare in qualsiasi momento. Per ora il progetto è solo un concept e quindi non ancora utilizzabile, ma si spera possa entrare rapidamente in commercio in modo da rendere la vita più semplice alle popolazioni che patiscono siccità perenne.

Ora parliamo del secondo sistema di desalinizzazione creato dalla UTD in Olanda. Semplici e conosciuti all’uomo sin dall’antichità i mulini a vento ci continuano a stupire e se prima ci rendevano le cose semplici per sfamarci, ora ce le rendono semplici per dissetarci, infatti grazie alla forza del vento i mulini pomperanno acqua dall’oceano in un filtro osmotico applicando una pressione di 60 bar e riuscendo a desalinizzare acqua sufficiente per 500 persone in una sola giornata, i serbatoi saranno capaci di immagazzinare acqua sufficiente per 5 giorni in casi di siccità estrema e per 2 gioni in caso di mancanza di vento.

La meraviglia assoluta sarà che in caso di mancanza totale di vento questi mulini potranno essere alimentati manualmente per la produzione continua di acqua dunque nessuno patirà più la sete con uno di questi congegni. Al momento questi sono solo concept ma siamo alle ultime fasi di sviluppo quindi l’ UTD pensa di immettere a brevissimo un primo prototipo sul mercato in modo da monitorarne la funzionalità.

Informazioni sulla tutela dell'acqua potabile WWW.ACQUAORO.BLOGSPOT.IT



1. E’ ancora potabile la nostra acqua?
La qualità dell'acqua dipende da una serie di fattori determinanti, i principali dei quali vengono elencati qui di seguito:

Il pH
L’acqua pura ha un valore del pH pari a 7; con un pH inferiore a 7 l’acqua risulta acida, con un pH superiore a 7 invece risulta basica. I valori ideali sono quelli compresi tra 6,5 e 8,0.

La durezza
L’acqua piovana è un’acqua molto dolce che, penetrando negli strati del terreno, può diventare via via più dura. L’acqua dura si forma soprattutto nei suoli calcarei e marnosi, mentre nei terreni a prevalente composizioni di granito, ardesia o arenaria la qualità dell’acqua tende ad essere più dolce. Il grado di durezza dell’acqua viene solitamente misurato in gradi di durezza francesi; l’acqua è considerata dolce quando è caratterizzata da un valore inferiore a 5, mentre è considerata dura a valori superiori a 25.

A temperature elevate, l’acqua dura porta alla formazione di calcare (come avviene, per esempio, nei tubi dell’acqua corrente o nel caso di determinati apparecchi elettrodomestici); ciò causa, a sua volta, un più elevato consumo di energia, in quanto il calcare è un cattivo conduttore di calore.

L’acqua dolce è molto adatta per il bucato (in quanto riduce il consumo di detersivo); negli apparecchi (metallici) e nelle tubature invece, l’acqua dolce può provocare danni per corrosione, a causa del suo più elevato contenuto di acido carbonico libero. L’acqua molto dolce ha inoltre un sapore un po’ stantìo.

I nitrati
L’uso di concimi (minerali o organici, quali liquami o stallatico) fornisce al terreno un apporto di nitrati. Qualora questo apporto risulti troppo consistente, esso non può venire completamente assorbito dalle piante, per le quali i nitrati costituiscono una sostanza nutritiva importante. I nitrati in eccesso finiscono pertanto per penetrare nella falda freatica.

In Italia, il valore limite ammissibile del contenuto di nitrati nell’acqua potabile è pari a 50 mg per litro; tuttavia, per l’alimentazione dei bambini di età inferiore ai 6 mesi si raccomanda di non usare acqua potabile con un tenore di nitrati superiore a 10 mg per litro. Nel caso dei nitrati, il problema è costituito principalmente dal fatto che, nell’acqua stessa e anche all’interno del nostro organismo, vi sono dei batteri che trasformano i nitrati in nitriti - i quali sono tossici e ostacolano il trasporto di ossigeno alle cellule del nostro corpo attraverso il sangue. I nitriti sono particolarmente pericolosi per i neonati, nei quali possono dar luogo a cianosi labiale (le labbra assumono cioè un colore bluastro causato da un carente apporto di ossigeno). Combinandosi invece con le proteine che assumiamo con il cibo, i nitriti possono formare le nitrosamine che sono ritenute cancerogene.

Anche un altro fattore d’inquinamento delle acque, cioè l’ammonio, penetra nella falda freatica in seguito all’uso eccessivo di concimi; ad opera dei batteri, esso si trasforma in nitrati o nitriti (si parla in questo caso di nitrificazione). Viceversa, l’ammonio può formarsi anche per un processo di riduzione dei nitrati (nel qual caso si parla invece di denitrificazione).

A causa della cattiva gestione delle discariche del passato (ci riferiamo alle discariche abusive!) possono penetrare nella falda freatica, e quindi nell’acqua potabile, anche i metalli pesanti o i clorofluorocarburi derivanti dai rifuti.

Un problema particolare è costituito inoltre dai residui dei prodotti fitosanitari.

Inquinamento batterico
Per valutare appieno se l’acqua sia effettivamente potabile, è utile procedere inoltre ad un’analisi batteriologica per determinare il numero delle colonie batteriche e verificare la presenza dei cosiddetti “batteri indicatori”, come l’Escherichiacoli. Il valore limite ammissibile del numero di colonie di batteri (aerobi) è di 100 (se l’acqua ha una temperatura di 22°C) oppure di 20 (se l’acqua ha una temperatura di 36°C) per ml di acqua.

La presenza dell’Escherichiacoli nell’acqua potabile non è invece ammissibile.

L’inquinamento batterico dell’acqua è quasi sempre riconducibile al contatto con feci animali o umane (per esempio, a causa di perdite nelle fognature o di liquami da allevamento); le consegenze per la salute umana sono costituite da disturbi del tratto gastro-intestinale o da altre patologie più gravi.

OSMOSI INVERSA : PERCENTUALI DI ELIMINAZIONE DEI VARI INQUINANTI - VELENI NELL'ACQUA

DEPURAZIONE DELL'ACQUA CON OSMOSI INVERSA
Tassi standard di eliminazione in PERCENTUALE
         %
Sodio 99
Calcio 99
Magnesio 99
Potassio 98
Ferro 99
Manganese 99
Alluminio 99
Ammonio 97
Rame 99
Nickel 99
Zinco 99
Strontitano 99
Cadmio 99
Silver 98
Mercurio 98
Bario 99
Cromo 99
Piombo 99
Cloro 99
Bicarbonato 98
Nitrate 97
Fluorite 98
Silicati 98
Fosfati 99
Cromati 99
Cianite 95
Solfati 99
Tiosolfati 99
Ferro cianite 97
Bromo 98
Borato 50
Arsenico 99
Selenio 99
Batteri 99
Protozoi 99
Amebici Cisti 99
Giarda 99
Asbesto 99
Sedimenti/Torbidità 99.

la verità sull'osmosi inversa: che cosa è, come funziona, pro e contro ecc


Cos’e’ l’osmosi inversa:

E’ il più sicuro sistema per depurare l’acqua ed è il più diffuso al mondo. Il processo non utilizza nessun tipo di sostanza chimica ma sfrutta esclusivamente un meccanismo fisico, una membrana speciale  che fa da barriera separando l’acqua dalle sostanze in essa contenute. L’osmosi inversa è una tecnica di filtraggio che consente di purificare l’acqua e di renderla più sana per l’uso alimentare.

Il risultato è un’acqua oligominerale priva di calcio e fosfati, di metalli pesanti, di pesticidi e di altre sostanze rilasciate dalle tubature o disciolte nell’acqua lungo il percorso che essa compie dalla fonte al rubinetto di casa. Anche batteri, virus e sostanze organiche vengono trattenute lasciando passare solamente l’acqua pura, più buona e più sana perché privata di qualsiasi organismo contaminante.


Come funziona il sistema di filtraggio a osmosi inversa

L’osmosi inversa è un meccanismo derivato dal fenomeno dell’osmosi, un procedimento presente in natura mediante il quale un fluido viene concentrato passando attraverso una membrana semipermeabile. Molti processi naturali avvengono per osmosi, ad esempio il filtraggio del sangue attraverso i reni o il reperimento delle sostanze nutritive delle piante attraverso le radici. L’osmosi inversa, al contrario dell’osmosi naturale, filtra la soluzione concentrata e contaminata da altre sostanze per ottenere una soluzione meno concentrata, e quindi più pura.

L’acqua sporca viene spinta attraverso la membrana osmotica da una pressione esterna che costringe l’acqua pura a passare mentre le impurità vengono trattenute.


La membrana osmotica

La membrana osmotica è composta da diversi fogli sottili di pellicola pressati tra di loro (sottile pellicola TFC) e disposti a spirale intorno ad un tubo di plastica. Il materiale della membrana è semipermeabile: questo permette il passaggio delle molecole d’acqua mentre agisce da barriera per i solidi disciolti (contaminanti chimici minerali).

Quando il flusso dell’acqua viene a contatto con la superficie della membrana, le molecole d’acqua penetrano la membrana facendosi strada attorno alla spirale, per raccogliersi al centro del tubo. I contaminanti rimasti sulla superficie della membrana, vengono risciacquati ed espulsi dallo scarico.

La membrana osmotica fa da filtro al passaggio dell’acqua, costituendo non solo una barriera fisica ma anche chimica, poiché permette il passaggio solamente delle molecole simili a quelle dell’acqua. Perché l’acqua passi attraverso la membrana è necessario che essa venga spinta e la pressione necessaria perché ciò avvenga è detta pressione osmotica. La membrana trattiene il 99% delle particelle solide disciolte nell’acqua e il 99% dei batteri eventualmente presenti in essa.

martedì 23 aprile 2013

LA VERITà SU ALCUNI SISTEMI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE PER USO DOMESTICO

 Bollitura
Descrizione
L'acqua bolle per 20 minuti per distruggere i microorganismi potenzialmente dannosi presenti nell'acqua.
Vantaggi
Distrugge i microorganismi se l'acqua viene bollita per almeno 20 minuti.
Svantaggi
Non riduce il particolato e molti composti organici o inorganici. Non migliora ii gusto, il colore e l'odore deIi'acqua. Poco pratico, richiede molto tempo.
 



Filtri ceramici


Descrizione
L'acqua passa attraverso un mezzo ceramico, i cui minusooli pori evitano il passaggio di piccole particelle.
Vantaggi
 Riduce il particolato di grandi dimensioni. IlSvantaggi
Richiede la pulitura e disinfezione periodica. Non riduce gli agenti contaminanti organici e/o inorganici.


Filtri a brocca, mobili


Descrizione
Il granulato di carbone attivo o resina riduce gli agenti contaminanti al passaggio dell'acqua attraverso il filtro.
Vantaggi
Migliora gusto e limpidezza. La resina puo ridurre l'eventuale durezza dell'acqua
Svantaggi
Durata limitata del filtro - in genere non piu' di un mese. Trattano volumi limitati di acqua e il loro processo e' lento. Le caratteristiche relative alle prestazioni per contaminanti organici e inorganici sono limitate. La manutenzione puo' essere costosa.


Osmosi inversa

Descrizione
La pressione dell'acqua spinge la stessa attraverso una sottile membrana che respinge gli agenti contaminanti.
Vantaggi
Riduce i composti inorganici. Puo' essere progettata per ridurre i composti organici.
Svantaggi
Puo' comportare spreco di acqua.


Trattamento a base di argento


Descrizione
L'argento e' mescolato con il carbone per mantenere i vantaggi di un trattamento al carbone e controllare la presenza di batteri.
Vantaggi
Efficacia ridotta rispetto a certi batteri.
Svantaggi
Ai livelli di argento consentiti non controlla efficacemente la proliferazione di batteri non patogeni (non dannosi). Aggiunge argento all'acqua.


Carbone attivato, granulare


Descrizione
Il carbone non compresso assorbe agenti contaminanti dall'acqua che passa attraverso i granuli.
Vantaggi
Riduce il cloro. Riduce molti composti organici. Lascia passare i minerali.
Svantaggi
Il granulato puo' ridurre l'efficacia in quanto non omogeneo. Non riduce i composti inorganici e i batteri.

L'ACQUA DI RUBINETTO... CONSIGLI PER L'USO

L'ACQUA DI RUBINETTO... acqua di qualità

... È BUONA E SANA
LE SUE CARATTERISTICHE SODDISFANO A PIENO GLI STANDARD QUALITATIVI STABILITI DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ.
Infatti, prima di arrivare nelle nostre case, deve compiere un lungo processo di purificazione e di depurazione.
Essa supera perciò tutta una serie di controlli che la identificano come sana e sicura, le normative presenti non ammettono infatti rischi per la salute. Si tratta di un’acqua incolore, inodore, insapore, limpida, fresca ed areata ma anche priva di microrganismi patogeni e sostanze nocive. Inoltre il cloro disciolto nell’acqua mantiene la sua purezza microbiologica lungo tutto il suo percorso.

... COSTA POCO
L’ACQUA DEL TUO RUBINETTO PUÒ COSTARE OLTRE 1000 VOLTE IN MENO DI QUELLA IN BOTTIGLIA.
Una bottiglia di acqua, infatti, può costare da 20 centesimi a 1 euro, a seconda della tipologia; il costo di un litro di acqua di acquedotto, invece, è di 0,0004 euro.

... NON CREA RIFIUTI
NON RICHIEDE L’UTILIZZO DI BOTTIGLIE, ETICHETTE, COLLE ED IMBALLAGGI.
Se 130 litri di acqua imbottigliata producono circa 4 kg di rifiuto, l’acqua di rubinetto, non ne produce praticamente nessuno, evitando così il problema dello smaltimento.
Inoltre, preferendo l’acqua del rubinetto, non si contribuisce ad aumentare il traffico per il trasporto delle bottiglie, diminuendo di conseguenza l’inquinamento.

ALCUNI CONSIGLI UTILI...

Il valore dell’acqua deve essere riconosciuto da tutti in quanto patrimonio comune. I notevoli consumi della risorsa acqua nella società attuale devono far riflettere sulla necessità di evitare sprechi e inquinamenti attraverso un uso razionale dell’acqua potabile.

ECCO ALCUNI ESEMPI:
NON APRIRE A MASSIMA EROGAZIONE IL RUBINETTO
se non strettamente necessario.
Comunque, utilizzare per tutti i rubinetti di casa dei riduttori di flusso

LAVARE FRUTTA E VERDURA LASCIANDOLE A MOLLO
anziché risciacquandole sotto l’acqua corrente; l’acqua utilizzata, inoltre, va benissimo per innaffiare le piante del vostro giardino

CHIUDERE I RUBINETTI
mentre ci si lava i denti, ci si fa la barba o ci si insapona sotto la doccia: l’acqua serve solamente per risciacquare

PREFERIRE LA DOCCIA RISPETTO AL BAGNO
evitando comunque l’utilizzo troppo prolungato

CONTROLLARE L'IMPIANTO IDRICO DOMESTICO
scarichi e guarnizioni. Risparmio: 10 litri ogni giorno per un rubinetto difettoso;
100 litri ogni giorno per una perdita dello sciacquone

EVITARE DI TIRARE INUTILMENTE L'ACQUA DELLO SCIACQUONE
Ad ogni scarico si utilizzano 10 litri d’acqua. Preferire sciacquoni che permettono di controllarne la quantità erogata

FAR FUNZIONARE LA LAVATRICE E LA LAVASTOVIGLIE A PIENO CARICO
nel contempo si risparmierà anche energia elettrica

EVITARE DI LASCIARE APERTE LE FONTANE
facendo scorrere l’acqua solo in occorrenza

L'ACQUA... fonte di vita ma risorsa limitata

L’acqua è indispensabile per qualsiasi essere umano e creatura vivente.
Ogni attività umana è vincolata alla possibilità di accedere all’acqua: questo bene è necessario per lo sviluppo economico e sociale.

Si tratta però di una risorsa limitata e in molte aree del mondo questo problema è tra le massime priorità ambientali. Sebbene il 71% della superficie terrestre sia coperta d’acqua, il 97,5% di questa è salata e della restante parte, quasi metà è distribuita in ghiacciai e nevi perenni. Solo lo 0,008% del totale delle acque presenti sulla terra può essere utilizzata dall’uomo.

Fra 20 anni il pianeta conterà più di 8 miliardi di persone e un terzo di queste non avrà a disposizione un quantitativo di acqua sufficiente per soddisfare i bisogni primari dell’uomo.

EMERGENZA ACQUA... problema dello sfruttamento idrico

Il diritto dell’uomo all’acqua potabile è fondamentale per la vita e la salute. Purtroppo però, lo sfruttamento delle risorse idriche per usi domestici, industriali e agricoli, negli ultimi decenni, ne ha aumentato notevolmente il consumo, portando così ad una considerevole diminuzione delle quantità d’acqua disponibili.

L’acqua impiegata dall’uomo e rimessa nell’ambiente, inoltre, risulta alterata da detergenti e altre soluzioni chimiche che utilizziamo quotidianamente e che inquinano le falde acquifere. Di conseguenza, l’estrazione sempre più profonda, alla ricerca di acque pulite, risulta progressivamente più difficile e costosa.

Nelle nostre quotidiane attività domestiche, non sempre prestiamo attenzione all’acqua che utilizziamo inutilmente, convinti che si tratti di una minima parte rispetto alle grosse quantità che si utilizzano nel mondo. Se si considerano però, le numerose azioni domestiche che ripetiamo tutti i giorni e se le moltiplichiamo per tutti i cittadini, si ottengono numeri esorbitanti: ben il 35% degli sprechi interessano l’acqua utilizzata per usi domestici.

sabato 20 aprile 2013

Acqua in bottiglia

Il bisfenolo A è una sostanza ampiamente usata per le bottiglie in plastica, il sottile film interno alle scatolette di cibi conservati, le tettarelle per lattanti e le confezioni alimentati.
Se ne producono annualmente 2,8 milioni di tonnellate. A quanto pare, già si sapeva che questa sostanza contaminava gli alimenti con cui veniva a contatto, ed era sospettata di alterare gli ormoni sessuali umani. Ma ora uno studio ha scoperto che è collegata col cancro alla prostata. In particolare, l'assunzione nella dieta umana di quantità piccole ma costanti di bisfenolo è particolarmente pericoloso nelle donne in gravidanza, alterando in modo cruciale, ma invisibile, lo sviluppo dei neonati.
La sostanza provoca infatti alterazioni microscopiche nella prostata del feto, che non sono riscontrabili alla nascita. Gli effetti si fanno sentire con gli anni, nella terza età, con ipertrofia delle prostata e tumore. Le alterazioni possono causare anche malformazioni dell'uretra.
In Italia si registrano ogni anno 11 mila nuovi casi di cancro prostatico, e 6.300 morti per questa patologia: è la seconda causa di morte per cancro negli uomini, dopo il cancro al polmone. Il 60% dei casi è concentrato nel nord del Paese, evidentemente più avanzato e quindi più esposto al bisfenolo. Nell'ancor più avanzata Gran Bretagna, che ha una popolazione pari a quella italiana, i casi nuovi di cancro alla prostata sono 27 mila all'anno. Il fatto è che il bisfenolo è un estrogeno-simile, che mima l'ormone femminile.
Piccolissime quantità di questa plastica bastano dunque, nella vita fetale, a scombinare il sistema genitale dei maschi. La scoperta è dovuta all'equipe del professor Frederick vom Saal, che lavora all'Università del Missouri. Il gruppo ha somministrato a topine gravide piccolissime quantità di bisfenolo A, mentre ad altre cavie è stato somministrato in pari quantità dell'estradiolo, l'ormone usato nella pillola contraccettiva. Il test mirava a verificare se certi danni alla prostata del neonato avvenivano quando la madre, prendendo la pillola, restava accidentalmente incinta. Invece la prova ha dimostrato che entrambe le sostanze alteravano la prostata: e in quantità minime, molto minori di quelle che gli esseri umani ingeriscono bevendo dalle bottiglie di plastica.
E gli italiani sono i massimi consumatori mondiali di acqua cosiddetta minerale: 184 litri a testa, per una spesa di circa 500 euro all'anno a famiglia (i tedeschi non arrivano a 145 litri ). Spesso quest'acqua proclamata minerale viene dall'acquedotto comunale; ed è di sicuro peggiore, perchè contenuta in bottiglie quasi sempre di plastica.

Alcuni dei maggiori problemi creati dalla durezza dell'acqua - nuovo blog sulla salute dell'acqua : acquaoro.blogspot.it

1) Odori e sapori sgradevoli derivati da ecessi di cloro, ferro e muffe.

2) Incrostazioni calcaree di tutte le tubature domestiche e delle serpentine degli elettrodomestici

3) Migliore uso di saponi e detersivi: la durezza dell'acqua contrasta con l'azione dei tensioattivi contenuti nei detersivi e nei saponi, che in parte si sprecano per neutralizzare la dureza. Il calcare s'incrosta nelle fibre dei tessuti e nelle pareti delle stoviglie rendendole ruvide e di brutto aspetto. Inoltre la durata della biancheria si riduce di un terzo.

Danni a sanitari e rubinetteria: la combinazione dei saponi e detergenti misti ad acqua con durezza elevata provocano depositi difficilmente eliminabili sulle superfici dei sanitari e delle rubinetterie, specialmente se di acciaio inossidabile.

Riscaldamento e cottura: le incrostazioni impediscono una rapida diffusione del calore. I sali calcarei formano sugli alimenti una patina isolante che ne ritarda la cottura e ne altera il sapore e il colore.

Irritazione cutanea : un uso continuato dell'acqua dura provoca arossamenti e screpolature, pruriti e una eccessiva secchezza della pelle rendendola ruvida al tatto.

La disidratazione del corpo umano - www.acquaoro.blogspot.it



C'è un'opinione concorde nel mondo medico: bisogna assolutamente evitare che l'organismo si disidrati.
La disidratazione può addirittura condurre alla morte quando la quantità di acqua presente nel corpo umano scende al di sotto del 50 per cento (normalmente è del 70 per cento).
Tutti sanno che si può resistere anche per diversi giorni senza toccare cibo (ovviamente dipende dalle scorte di grasso che si hanno a disposizione), ma non senz'acqua.
Assumere la giusta quantità di acqua, pari a quella fisiologicamente perduta attraverso le urine, le feci, la respirazione e il sudore, è la "conditio sine qua non" per mantenere una regolare temperatura corporea, per consentire alle sostanze nutrienti di raggiungere le cellule e per mentenere pulito tutto l'organismo da scorie e tossine.
Idratarsi correttamente significa mentenere attive tutte le funzioni corporee, garantire vitalità e benessere a tutto l'organismo.
È bene ricordare la regola fondamentale consigliata dalla classe medica e dettata dal comune buon senso: bere poco ma spesso.
Bere poco ma spesso significa non aspettare lo stimolo della sete per bere, perchè quando si manifesta la sete significa che il nostro organismo è già in riserva, è già sofferente, è già in fase di disidratazione.
Abituiamoci dunque a tenere una bottiglia di acqua sempre a portata di mano, naturalmente acqua pura, e beviamo.
Mediamente una persona normale in situazioni normali dovrebbe bere circa 8 o 9 bicchieri di acqua al giorno, cominciando al mattino prima di fare una sana colazione.
Ciò permette senza troppa "fatica" di asumere più o meno due litri di acqua al giorno, che equivale alla quantità minima giornaliera consigliata dai medici nutrizionisti.
Il bisogno di acqua dipende molto dal peso corporeo, dall'attività fisica che si svolge e dalle condizioni climatiche: un individuo muscoloso impegnato a svolgere un'intensa attività fisica ha ovviamente bisogno di bere una quantità di acqua superiore a quella necessaria ad un normale impiegato che se ne sta tutto il giorno seduto dietro una scrivania.
C'è una semplice formula indicativa che può aiutarci a calcolare il nostro fabbisogno idrico giornaliero :

PESO CORPOREO moltiplicato 0,03

Applicando questa semplice formula, possiamo calcolare che un individuo avente un peso corporeo pari a 70 Kg dovrà bere ogni giorno almeno 2,1 litri di acqua (70 X 0,03 = 2,1).
Naturalmente questo vale per un individuo in condizioni di sedentarietà, mentre per chi è impegnato in faticose attività fisiche sarà sufficiente aggiungere alla quantità calcolata almeno un bicchiere (meglio due) per ogni ora di attività svolta.
Così facendo eviteremo che il nostro organismo si disidrati con conseguenze anche gravi per la salute.
Come si manifesta la disidratazione? Quali sono i sinonimi di una carenza d'acqua che dobbiamo assolutamente evitare?
Un metodo molto semplice per accertare se siamo o no in uno stato di disidratazione consiste nell'osservare il colore delle nostre urine: quando siamo correttamente idratati, e quindi in perfetto equilibrio idrico, l'urina si presenterà con un colore giallo paglierino pallido, mentre quando siamo disidratati l'urina si presenterà con un colore giallo scuro.
Stati più accentuati di disidratazione possono manifestarsi con una sintomatologia che va da una temperatura corporea elevata a un indebolimento muscolare, da un mal di testa più o meno forte ma persistente ad una mancata coordinazione dei moviementi, da un rinsecchimento della pelle (con pieghe che si sollevano facilmente) ad un calo della quantità di urina emessa (ipodiuresi).
Idratarsi è dunque fondamentale, ma occorre farlo utilizzando soltanto acqua pura, non bevendo vino, birra, bibite gassate o simili.
Le bevande alcoliche non idratano nel modo più assoluto, anzi introducono nell'organismo calorie che da un punto di vista nutrizionale sono del tutto inutili.
Concludendo, è bene sottolineare che per idratare correttamente il nostro organismo nessuna bevanda può competere con l'acqua, purchè l'acqua sia assolutamente pura, con un residuo fisso inferiore a 50 milligrammi per litro (meglio se inferiore a 30 milligrammi per litro), con un pH neutro (7) e senza tracce di cloro residuo.

news aprile 2013 Striscia la Notizia per l'inchiesta sull'arsenico nell'acqua nel Lazio

 
 Striscia la Notizia torna a occuparsi di un problema affrontato prima di tutti, già dal 2009: l'arsenico contenuto nell'acqua potabile di diversi comuni in dosi superiori a quelle consentite, con grave danno per la salute della popolazione. Dove vistosi cartelli avvertono che l'acqua delle fontanelle non è potabile e dove bar e privati devono approvvigionarsi alle autobotti. L'inviato di Striscia, dopo aver dato voce alle proteste dei cittadini,  sottolineando come il problema sia annoso e che ormai ogni deroga concessa dalla Comunità Europea per adeguarsi alle norme fissate sia scaduta a fine 2012. Promettono  inoltre il sindaci che un primo impianto dearsinificatore sarà in funzione tra pochi giorni.

INFORMAZIONI GENERALI SULL'OSMOSI PER AFFINARE L'ACQUA

L'osmosi inversa è la soluzione ideale per l'acqua ad uso alimentare tramite un processo fisico senza nessun additivo chimico.
In primo luogo diamo un'occhiata alle certificazioni: molti sistemi di molte ditte dichiarano di essere certificati NSF, la più importante, impegnativa e costosa certificazione in questo ambito, altri affermano di possedere la certificazione Gold Seal S-300 (rilasciata dalla Water Quality Association, in base alle caratteristiche di qualità costruttiva, prestazionale e di durata dell'impianto). Bene, cominciamo col verificare queste informazioni: con il modello (codice articolo, nome dell'apparecchiatura, o anche nome del millantato "produttore" ) andiamo a verificare la fondatezza di queste informazioni sui siti ufficiali delle organizzazioni citate, in questo caso quello dell'NSF e della WQA, rispettivamente nsf.org e wqa.org - purtroppo i siti sono in inglese.


L'OSMOSI et. dal Greco OSMOS (spinta laterale)
Il fenomeno dell' OSMOSI è alla base di ogni scambio cellulare degli esseri viventi, animali e vegetali.
Si manifesta, naturalmente, quando due soluzioni a differente concentrazione salina vengono separate da una barriera (membrana)
semipermeabile.
Avviene che la soluzione più diluita passa attraverso la membrana per andare a diluire la soluzione più salina.
Il passaggio si ferma al raggiungimento di un punto di equilibrio detto ISOSTATICO.

INFORMAZIONI GENERALI SULL'OSMOSI

Il principio dell'osmosi diretta e dell'osmosi inversa fu studiato, scoperto ed affinato nel 1900 dalla scienziato "Jacobus

Hendricus Van T'Hoff". Per tali suoi studi, scoperte e invenzioni, ottenne il premio Nobel.
In tutto il mondo la depurazione ad osmosi inversa è considerata la tecnologia più avanzata ed efficiente per la depurazione

dell'acqua. Ci sono zone del mondo ove oggi la sopravvivenza sarebbe impossibile se non ci fosse l'osmosi inversa.

Vediamo assieme l'importanza dell'acqua per ilnostro organismo

Il 70 per cento del nostro corpo è acqua, ma ogni giorno e più volte al giorno perdiamo fisiologicamente una parte di quest'acqua, andando così in disequilibrio idrico.
Circa 1200 millilitri di acqua vengono perduti attraverso l'urina, 200 millilitri attraverso le feci, 600 millilitri attraverso la sudorazione e 500 millilitri attraverso la respirazione, per un totale di circa 2,5 litri di acqua perduta ogni giorno.
Questa perdita fisiologica corrisponde al nostro fabbisogno idrico giornaliero, ovvero alla quantità di acqua che ogni giorno dobbiamo assumere.
Se la quantità di acqua introdotta attraverso il bere e il mangiare (soprattutto cibi ricchi di acqua come la frutta e le verdure) è inferiore al fabbisogno idrico giornaliero si rischia la disidratazione, con conseguenze anche mortali.
Infatti, quando il contenuto di acqua presente nelle cellule scende sotto il 50 per cento (normalmente è del 70%) i processi vitali si paralizzano, molto spesso anche in modo del tutto irreversibile.
Come regola generale è stabilito che la quantità di acqua perduta deve esere rimpiazzata con la stessa velocità con cui viene eliminata, e quindi vale più che mai il suggerimento dettato dalla medicina e dal comune buon senso:bere poco ma spesso.Oltre a mantenere l'organismo in equilibrio idrico, l'acqua svolge un'altra importante funzione: trasporta e consegna alle cellule le sostanze nutrienti (vitamine, proteine, grassi, carboidrati, zuccheri, sali minerali) indispensabili alla loro sopravvivenza.
Infatti, è l'acqua presente nel sangue che trasporta i nutrienti lungo tutto il sistema circolatorio venoso fino alle cellule che poi li metabolizzano, ovvero li trasformano in energia e calore corporeo.
Successivamente , e questa è un'altra importante funzione dell'acqua, gli scarti del metabolismo(soprattuttol'ossido di carbonio) vengono trasportati, sempre dall'acqua, lungo il sistema circolatorio arterioso fino ai reni, all'intestino, ai polmoni e alla pelle (organi emuntori) per essere finalmente espulsi.
Espellere dal corpo le sostanze tossiche, gli scarti del metabolismo e i minerali inorganici è forse la più importante delle funzioni svolte dall'acqua per la nostra salute e il nostro benessere.
È bene però ricordare che l'assunzione di acqua inquinata da sostanze chimiche o con un contenuto eccessivo di sali minerali inorganici può ostacolare seriamente sia il trasporto dei nutrienti che l'eliminazione delle scorie e delle tossine, con conseguenze anche gravi per la salute.

Noi siamo ciò che beviamo - percentuale di acqua nel nostro organismo -


Il nostro corpo è costituito dal 70 all'80% d'acqua. L'acqua è la chiave di tutte le funzioni corporee.
Ogni singola cellula del nostro corpo contiene acqua (liquido intracellulare), è circondata dall'acqua (liquido interstiziale) e utilizza l'acqua per assimilare le sostanze nutrienti ed espellere gli scarti del metabolismo.
Il corpo di un un individuo adulto è composto per il 70 per cento da questo prezioso elemento che i chimici chiamano H20, ovvero due atomi di idrogeno(H) e uno di ossigeno(O) tra loro uniti per formare la molecola acqua.
La percentuale più alta di acqua si trova nel bambino e rappresenta circa l'80% del suo peso corporeo.
Il turgore che caratterizza l'infanzia è dovuto proprio all'abbondante contenuto idrico.
Man mano che si invecchia questa percentuale si riduce notevolmente, fino a raggiungere il 50 per cento nella terza età.
Proprio la quantità di acqua presente nei tessuti, ovvero il grado di idratazione degli stessi, è un valido parametro per stabilire l'età biologica di un individuo:più è idratato, più è giovane; più è disidratato, più è vecchio.
Quando la quantità di acqua presente nell'organismo equivale al livello ideale percentualmente indicato, si dice che il corpo è in perfetto equilibrio idrico; ed è risaputo che rimanere in equilibrio idrico è una delle condizioni essenziali per rimanere in salute.

martedì 16 aprile 2013

Alcune tecniche di conservazione dei cibi

L'osmosi costituisce un importante fattore di protezione degli alimenti contro le alterazioni microbiche. Infatti, in un ambiente ad alta pressione osmotica, è bassa la quantità di acqua biodisponibile e pochi microorganismi sono in grado di crescervi. Spesso l'osmosi interviene anche nella preparazione di questi alimenti.

Alcuni metodi di conservazione dei cibi che sfruttano l'effetto osmotico, sia a livello industriale che in ambito casalingo, sono la salatura, la salamoia.

Anche le marmellate e gli alimenti canditi, per la loro alta concentrazione di zucchero, presentano un'alta pressione osmotica che protegge questi alimenti dalla maggior parte delle degradazioni microbiche.

Negli alimenti essiccati o affumicati, si ottiene un ambiente con un'alta pressione osmotica facendo evaporare l'acqua originariamente presente.

Filtri osmosi inversa per il settore domestico e da esplorazione


Filtri osmosi inversa per il settore domestico

Esistono sistemi di trattamento dell'acqua potabile basati sul principio dell'osmosi inversa, soprattutto per abbattere il contenuto di nitrati nell'acqua. Sono impianti che, collegati alla rete idrica, rimuovono buona parte delle sostanze disciolte nell'acqua già potabile. L'acqua potabile osmotizzata è quindi un'acqua con residuo fisso molto basso. Gli impianti domestici, oltre ad aspetti tecnico costruttivi di qualità e al rispetto della normativa vigente, necessitano di regolare manutenzione.

Filtri per la dissalazione azionati a mano

Piccoli filtri ad osmosi inversa azionabili a mano erano stati inizialmente progettati per i militari nei tardi anni '70 per l'equipaggiamento per la sopravvivenza personale, o per corredare come equipaggiamento di sicurezza le scialuppe o gommoni di salvataggio a bordo di navi o aeromobili. Oggi esistono modelli che sono disponibili anche per usi civili in attività di esplorazione ad esempio. Per forzare l'acqua attraverso la membrana osmotica, la pressione è fornita da una pompa azionata a mano, dotata di una leva ripiegabile per facilitarne il trasporto. Questi dispositivi possono ricavare piccolissime quantità di acqua potabile dall'acqua del mare o da altre fonti di dubbia potabilità anche in aree desertiche o pozzi di acqua salmastra.

L'osmosi inversa (abbreviazione: RO, dall'inglese Reverse Osmosis), detta anche iperfiltrazione (abbreviazione: IF),

E' il processo in cui si forza il passaggio delle molecole di solvente dalla soluzione più concentrata alla soluzione meno concentrata ottenuto applicando alla soluzione più concentrata una pressione maggiore della pressione osmotica. In pratica, l'osmosi inversa viene realizzata con una membrana che trattiene il soluto da una parte impedendone il passaggio e permette di ricavare il solvente puro dall'altra. Questo fenomeno non è spontaneo e richiede il compimento di un lavoro meccanico pari a quello necessario per annullare l'effetto della pressione osmotica.

Tale processo rappresenta la più fine tecnica di filtrazione dell'acqua, in quanto non consiste semplicemente in un ostacolo fisico (determinato dalle dimensioni dei pori) al passaggio delle molecole, ma sfrutta la diversa affinità chimica delle specie con la membrana, permettendo infatti il passaggio delle molecole idrofile (o water-like), cioè chimicamente simili all'acqua (es. gli alcoli a catena corta). Dal punto di vista impiantistico il metodo sfrutta il principio della filtrazione tangenziale, come anche altre tecniche separative mediante membrane quali la microfiltrazione, l'ultrafiltrazione e la nanofiltrazione. L'osmosi inversa è utilizzata nel trattamento dell'acqua, sia per la desalinizzazione, sia per la rimozione di tracce di fosfati, calcio e metalli pesanti, nonché pesticidi, materiali radioattivi e di quasi tutte le molecole inquinanti.

Negli ultimi anni si costruiscono impianti a "scarico liquido zero" nei quali la sezione di osmosi inversa aumenta la concentrazione delle specie chimiche presenti nell'acqua di scarico fino a valori prossimi o superiori (soluzioni sovrassature) alla loro solubilità.

Nel processo di osmosi inversa vengono usate membrane composite di sottili pellicole (TFC o TFM, Thin Film Composite Membrane). Queste membrane sono semipermeabili e fabbricate principalmente per l'uso nella depurazione delle acque o in sistemi di desalinizzazione. Hanno anche utilizzi in applicazioni chimiche come le batterie e le pile a combustibile. In sostanza un materiale TFC è un setaccio molecolare costruito nella forma di una pellicola di due o più materiali stratificati.

Le membrane usate nell'osmosi sono generalmente fatte in poliammide, scelta principalmente per la sua permeabilità all'acqua e la relativa impermeabilità alle varie impurità disciolte, inclusi gli ioni salini e altre piccole molecole che non possono venire filtrate. Un altro esempio di membrana semipermeabile è quella usata nella dialisi.

lunedì 15 aprile 2013

L’osmosi inversa elimina anche i sali minerali necessari all’organismo umano?

I sali presenti nell’acqua sono sali inorganici.
Secondo alcuni studiosi, nell’acqua dovrebbero essere presenti i sali minerali in quanto necessari al nostro corpo.
Secondo altri, invece, questi sali disciolti danneggerebbero l’organismo oltre ad essere difficilmente assimilati.
Fatta questa doverosa premessa, tentiamo di dare una risposta esauriente al quesito.
Mentre è risaputo che per depurare l’organismo occorre bere almeno 1,5 lt di acqua al giorno, è meno conosciuta la quantità di sali minerali di cui il nostro corpo ha bisogno.
Facciamo qualche esempio: per la giusta quantità di calcio, occorrerebbe bere quotidianamente più di 600 bicchieri di acqua, per il ferro più di 1800 e per il fosforo quasi 170.000!
Quindi è evidente che per apportare al nostro organismo tutti i sali di cui necessita non possiamo certo servirci della sola acqua.
Quindi, da dove li prendiamo? Se consideriamo che in un boccone di formaggio, carne, pane o pasta sono presenti più sali che in centinaia di litri d’acqua, e che sono anche meglio assimilabili perché sali organici, rispondere alla domanda è semplice.
Quindi, non potendo risolvere la diatriba scientifica riguardo la preferenza di un’acqua ricca di sali o di un’acqua povera (anche di agenti contaminanti e nocivi), optiamo per quest’ultima, perché il principale scopo dell’acqua non è quello di apportare ma è quella di depurare.
E più la molecola è pura, più elevato sarà il suo grado di aggregazione alle molecole nocive che poi saranno veicolate fuori dal nostro corpo.

LA VERITA'

LA VERITA' : la membrama osmotica

La membrana osmotica è formata da svariate pellicole sottili ordinate a spirale intorno ad un tubo di plastica e pressate tra di loro. Il materiale che compone la membrana è semipermeabile: funge da barriera per i solidi disciolti (contaminanti organici ed inorganici, chimici e minerali) ma lascia passare le molecole d’acqua e i minerali nobili.
Le molecole d’acqua che toccano la superficie della membrana, la penetrano attraverso la spirale e si raccolgono al centro del tubo, mentre gli agenti contaminanti restano sulla superficie della membrana per poi venire risciacquati ed eliminati attraverso lo scarico.
La membrana trattiene dal 95 al 99% delle particelle solide disciolte nell’acqua e il 99% dei batteri presenti in essa.

Qual è il grado di filtrazione dell’osmosi inversa? .

Gli impianti di questo tipo danno così vita alla più pura acqua oligominerale. Essi trattengono una maggior quantità di agenti contaminanti rispetto agli altri apparati di depurazione domestica.

Come si differenzia il sistema ad osmosi inversa da un filtro normale?

I filtri d’acqua ordinari adottano una sorta di barriera per dividere le molecole di sedimento dall’acqua. Il sistema ad osmosi inversa, invece, si serve anche di una membrana semipermeabile che elimina si il sedimento, ma anche una considerevole percentuale di particelle di agenti contaminanti diluite. Per tale ragione, gli impianti ad osmosi inversa rappresentano, attualmente, gli apparati di depurazione più comuni, sicuri ed efficaci.

Quali agenti contaminanti vengono rimossi dall’osmosi inversa?

L’osmosi inversa elimina più del 98% dei componenti chimici organici presenti nell’acqua, inclusi cloroformio gamma-benzene, esacloruri, tricloroetilene, tetracloroetilene e cadmio.
Di seguito, per completezza, indichiamo un elenco di altri contaminanti che vengono eliminati dalla membrana.
Elemento e percentuale di rimozione:
Argento 85%
Potassio 92%
Zinco Cromato 92%
Bicarbonato 94%
Silicato 96%
Radio 97%
Cadmio 97%
Selenio 97%
Bario 97%
Rame 97%
Detergenti 97%
Stronzio 97%
Fluoruro 90%
Solfato 97%
Piombo 97%
PCBs 97%
Insetticida 97%
Nichel 97%
Erbicida 97%
Totale solidi disciolti 95%

soluzioni per l'acqua degli astronauti

 L’osmosi inversa fu scoperta da uno dei più grandi geni del secolo scorso, l’olandese Jacobus Henricus van’t Hoff, primo Premio Nobel in assoluto per la chimica nel 1901. Le prime applicazioni riguardanti la depurazione dell’acqua per uso alimentare furono adottate alla fine degli anni ’50 dalla Nasa; gli astronauti in volo riciclavano acqua purissima da quella già usata depurandola con l’osmosi inversa.
Anche nella guerra in Vietnam i Marines americani erano dotati di un kit manuale ad osmosi inversa. Trovandosi spesso nelle malsane paludi indocinesi, i soldati per abbeverarsi depuravano con il kit in dotazione l’acqua paludosa riuscendo a renderla pura.
Attualmente in USA il 65% delle famiglie è dotata di un depuratore ad osmosi inversa sotto il lavello della cucina.
Negli Stati Uniti l’acqua in bottiglia non è molto apprezzata ma, al tempo stesso, per il consumatore americano è essenziale che tutta l’alimentazione e la preparazione in cucina avvenga con acqua pura.

L’osmosi inversa è un procedimento che rende l’acqua più sana per l’uso alimentare attraverso il filtraggio e la depurazione.
È il sistema di depurazione più utilizzato nel mondo ed è un processo sicuro.
Il processo dell’osmosi inversa consiste in una membrana che, senza utilizzare agenti chimici, lascia passare le particelle d’acqua e i minerali “nobili” ma trattiene il 90-95% dei solidi disciolti, ottenendo un’acqua depurata definita “oligominerale”.

La Vita altrove. A caccia di acqua nei pianeti extrasolari

 
 
esopianeti_cnr.jpgForse E.T. esiste davvero, ma tutto sta a scoprire dove.
Non tutti i pianeti, infatti, presentano le caratteristiche fondamentali per ospitare la vita. Parliamo di acqua allo stato liquido, di una determinata pressione atmosferica, del modo in cui il pianeta orbita e della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, ma anche del periodo di rotazione. Sono partiti alla ricerca di pianeti fuori dal Sistema solare e con tutti i requisiti di abitabilità i ricercatori dell'Osservatorio astronomico di Trieste, che fa parte dell'Istituto nazionale di astrofisica, e quelli dell'Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Torino. Sono stati loro a mettere a punto un modello climatico a bilancio di energia per capire se esiste un gemello del pianeta Terra.

Quello che concretamente gli studiosi hanno realizzato è stata una serie di modelli di atmosfera che siano applicabili ai pianeti extrasolari. L'obiettivo è scoprire se la presenza di un’atmosfera o quella di un clima possa variare la zona abitabile circumstellare, cioè quell’intervallo di distanze per cui sulla superficie di un pianeta con pressione più o meno uguale a quella terrestre esiste l’acqua liquida. Gli scienziati sono partiti dal presupposto che l'atmosfera influisce sulla temperatura superficiale di un pianeta e hanno realizzato dei modelli climatici molto semplici, senza tener conto, ad esempio, della geografia, perché non si conosce quella dei pianeti extrasolari, per vedere quando c'è e quando no l'acqua liquida, vale a dire per capire qual è la temperatura superficiale del pianeta. In particolare il team ha studiato l’effetto della pressione atmosferica, e mostrato che la zona abitabile circumstellare si allarga con l’aumentare della pressione e, inoltre, a pressioni elevate la temperatura superficiale del pianeta tende a diventare uniforme, livellando differenze stagionali e latitudinali.

Al momento l'applicazione di questi modelli è dedicata a quei pianeti extrasolari che vengono chiamati Super Terre e che sono o dentro o vicino alle zone abitabili delle rispettive stelle. Bisogna però sottolineare che al momento non esistono ancora le capacità tecnologiche per lo studio di atmosfere di pianeti extrasolari delle dimensioni delle super-terre, anche se si lavora su più di uno strumento per poterlo fare. È indubbio però che questo modello può permettere di scegliere tra i pianeti extrasolari quello che vale più la pena di osservare, perché ha più probabilità di presentare le caratteristiche necessarie per essere abitabile

Intanto la Nasa guarda avanti e per il 2017 ha previsto il lancio di due nuove missioni. Una di queste, che si chiamerà TESS, sarà dedicata proprio alla ricerca di nuovi pianeti extrasolari. Sarà questo progetto a sostituire il satellite Kepler. Tess farà una ricerca sull'intero cielo, scandagliando l'universo alla ricerca di pianeti come il nostro, dove potrebbe esserci la presenza di vita. L'obiettivo è quello di identificare migliaia di nuovi pianeti nei dintorni del sole, concentrandosi in particolare sui pianeti di dimensioni simili alla Terra. A quel punto, Tess fornirà un catalogo delle più vicine e più brillanti stelle di Sequenza Principale che ospitano pianeti extrasolari in transito. E il panorama intorno a noi cambierà di nuovo.
 

Dove sta andando l’acqua della terra?

Se il 70% della terra è coperta da acqua, perché così tante persone non hanno acqua potabile sufficiente? Se si toglie il fatto che il 97% è acqua salata imbevibile, resta circa il 3% di acqua dolce e più della metà di questa è inaccessibile perché è bloccata nelle calotte polari..
Secondo la Banca Mondiale, sono stati investiti 600 miliardi di dollari in sistemi di distribuzione dell’acqua. Le Nazioni Unite hanno confermato che già esiste una carenza d’acqua in tutto il mondo e ha previsto che, con le esigenze attuali, la disponibilità di acqua potabile sulla terra si esaurirà entro il 2025. Gli scienziati stanno lavorando da tempo per sopperire alla imminente carenza d’acqua, ma molti dei metodi più popolari per ottenere pura acqua potabile sono costosi e dispendiosi.

NON SPRECHIAMOLA

Oltre un quarto di tutta l'acqua che consumiamo nel mondo serve a far produrre oltre un miliardo di tonnellate di cibo che nessuno mangia. Questa la denuncia dello Stockholm International Water Institute (SIWI), che ogni anno organizza la Settimana mondiale in Svezia.

«L'acqua che viene impiegata in questo modo»,   «insieme ai miliardi di dollari spesi per produrre, trasportare, imballare e comprare il cibo, viene buttata». Un dato eclatante considerando che oltre 900 milioni di persone soffrono la fame e due miliardi di sottonutrizione, mentre un miliardo e mezzo mangia troppo e un terzo di tutto il cibo sul Pianeta viene perso o sprecato. La domanda di cibo e fibre si stima cresca del 70% entro il 2050, con un impatto insostenibile per l'oro blu.

Ecco altri dati utili raccolti da SIWI sull'allarme oro blu:
Uso globale
Il 70% dell'oro blu viene impiegato in agricoltura, il 20% dall'industria e il 10% per uso domestico. Parte dell'attuale pressione sulla risorsa deriva dalla crescente domanda per gli allevamenti: la produzione di carne richiede circa 8-10 volte più acqua rispetto a quella di cereali.

Un bambino che nasce nei paesi industrializzati consuma da 30 a 50 volte più acqua rispetto ad un coetaneo che abita in un paese in via di sviluppo. La rapida crescita della popolazione globale ha comportato che il prelievo di oro blu si sia triplicato negli ultimi 50 anni. Oltre il 60% delle città europee sovrasfrutta le risorse delle sue acque sotterranee. I maggiori consumatori di acqua a livello mondiale sono India, Cina e Usa, seguiti da Pakistan, Giappone, Tailandia, Indonesia, Bangladesh, Messico e Federazione russa.
Le stime
Nei paesi in via di sviluppo si prevede un aumento del 50% dei consumi di acqua per il 2025 e nei paesi industrializzati una crescita del 18%. Nel 2030, il 47% della popolazione mondiale vivrà in aree con problemi di scarsità d'acqua. Dare da mangiare a tutti nel 2050, inclusi i sottonutriti e gli ulteriori tre miliardi di persone che abiteranno il Pianeta in quella data - potrebbe richiedere il 50% in più di acqua rispetto a quella necessaria attualmente. Ridurre della metà gli sprechi di cibo potrebbe ridurre ampiamente o anche evitare di impiegare altra acqua per produrre altro cibo, assicurando sufficiente oro blu per i bisogni alimentari.

L'ACQUA è PREZIOSA

Il 25% dell'acqua finisce nella spazzatura

  Lo Stockholm International Water Institute denuncia come grandi quantità d'acqua vengano usate per produrre un miliardo di tonnellate di cibo destinate allo smaltimento

ACQUA è VITA

Un sms per portare acqua in Etiopia http://ow.ly/b4NCf In corso, fino al 24 giugno, la campagna della fondazione HFL