domenica 19 marzo 2017

La verità sui PFAS il nuovo inquinante scoperto anche vicino a Noi. #salute #veneto

Il problema dell’inquinamento in Veneto è venuto alla luce nel 2013, quando uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche rileva la contaminazione da PFAS nei fiumi e nelle acque potabili di una vasta area compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova. L’emergenza Pfas in Veneto non è per niente sotto controllo. Queste sono le conclusioni del rapporto pubblicato da Greenpeace sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche attribuito allo stabilimento Miteni di Trissino e che interessa le acque di un’area compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova dove vivono 350 mila persone. Nel febbraio 2017, l’associazione ambientalista ha raccolto campioni di acqua in diversi comuni della zona colpita (Valdagno, Trissino, Arzignano e Cologna Veneta) e li ha fatti analizzare per verificare la presenza di 38 diverse sostanze appartenenti al gruppo dei Pfas, ottenendo risultati tutt’altro che rassicuranti. Greenpeace ha pubblicato un rapporto sull’inquinamento da Pfas nelle acque della regione Veneto L'acqua potabile di molti Comuni veneti è inquinata da PFAS, sostanze chimiche pericolose presenti negli scarichi di industrie locali che operano quasi indisturbate. UNISCITI A NOI. Chiedi alla Regione Veneto lo STOP immediato degli scarichi di PFAS: salute e ambiente vengono prima del profitto! Chiedi alla Regione Veneto di fermare l’inquinamento di PFAS nell’acqua potabile. L’agenzia Regionale per l’Ambiente, individua quindi nel depuratore di Trissino, dove confluiscono gli scarichi dell’azienda chimica Miteni Spa, una delle principali fonti di inquinamento. La Regione Veneto deve agire immediatamente, ma non lo fa nella direzione sperata: invece di bloccare gli inquinatori e la distribuzione dell’acqua potabile, alza i limiti ammessi di PFAS: un bel regalo alle industrie, non certo ai cittadini! I livelli di PFAS consentiti in Veneto nelle acque potabili sono stati innalzati più volte, tanto da essere tra i più alti al mondo. Un vero paradiso per gli inquinatori! Intanto, di fronte all’inerzia delle istituzioni, cresce la paura tra gli abitanti delle zone contaminate, ormai consapevoli dei rischi per la salute potenzialmente correlati alla presenza di alcuni PFAS nel sangue: forme tumorali, complicazioni in gravidanza e problemi al sistema endocrino. Se in Veneto venissero applicati gli stessi limiti (ovvero livelli di sicurezza) di PFAS nelle acque potabili, adottati in altre nazioni, in molti comuni la fornitura d’acqua potabile verrebbe immediatamente sospesa.

Questo grafico mostra il confronto tra i livelli di sicurezza relativi alla presenza di alcuni PFAS (PFOA e PFOS) nelle acque potabili, stabiliti in Veneto, con quelli adottati in altri Paesi. Negli Stati Uniti (Ohio-West Virginia) si è verificato un caso simile a quello Veneto. Ma qui le aziende responsabili sono state già condannate a risarcire le vittime dell’inquinamento. La salute e la sicurezza dei cittadini viene prima del profitto delle industrie.

martedì 27 ottobre 2015

COMBINAZIONI ALIMENTARI SALUTARI E NON : PROTEINE / ENZIMI ecc.

LA VERITA' NON PAGA: Tutte le scoperte decisive e critiche degli ultimi anni, tutti gli esperimenti decisivi e scomodi per determinati gruppi di potere, hanno subito boicottaggi ed insabbiamenti clamorosi. Il caso dell'esperimento di Cambridge-2000 ha fatto scuola. Le ricerche di Howell hanno subito ovviamente contrasti e avversioni nella stessa America, causando ritardi e intoppi nell'avanzamento delle conoscenze. Quando poi la verità era ormai innegabile, troppo evidente per essere celata, hanno azzannato tutto, trasformando la scienza howelliana in grosso business degli enzimi sintetici e delle acque alcaline. Stessa cosa con la ANHS o American Natural Hygiene Society, diventata International Hygiene Society e finita paradossalmente, pare, nelle mani di Smithfield e associati, ovvero dei macellai americani. La tecnica è quella solita. Il nemico lo ignori, lo nascondi, lo distruggi oppure lo compri. LA LEGGE DELLE SECREZIONI ADATTIVE L'importanza dei food enzyme nella digestione non è solo frutto di mezzo secolo di ricerche di Howell, ma anche di una concatenazione di scoperte che hanno portato a quella che si chiama "Legge delle secrezioni adattive agli enzimi digestivi". Tale legge porta la firma di L.G. Simon (1907), di Nelson e Lewis (1908), G. Hirata (1910), M. Takata (1925), B. Goldstein (1927), Georgiewskii e Anreev (1930), Krzywanek e Bedi-iu-Schakir (1930), Andreev e Georgewskii (1932), Bykov e Davydov (1935), Vasyutochkin e Drobintzeva (1935), L. Abranson (1935), T. Muto (1937), Gossman e Greengard e Ivy (1943), J. Monad (1947), D.K. Kuimov (1954), Abdelljlil e Desnuelle (1964), Roy e Campbell e Goldberg (1967). UNA SERIE FORMIDABILE E COERENTE DI PROVE E DIMOSTRAZIONI Nelle prime ricerche di Simon, Nelson e Lewis si era già scoperto che l'amilasi della saliva umana risulta potenziato notevolmente in una dieta prevalentemente carboidratica. Seguì Goldstein nel 1927, scoprendo che lipasi, tripsina e amilasi dei succhi pancreatici variano in relazione ai cibi che si assumono e allo stato crudo o cotto dei medesimi. Abranson nel '35 conferma con esperimento su 28 soggetti che i succhi pancreatici si adattano fortemente alla dieta che assumiamo e non sono indifferenti ad essa (come pretenderebbero i tuoi amici biologi). Grossman, Greengard e Ivy, dimostrano nel '43 che una dieta alto-proteica implica grossa produzione di tripsina. J. Monad nel '47 dimostra come una alimentazione rispettosa della legge adattavi porta a un grosso risparmio enzimatico ed energetico. ANCHE GLI ESPERIMENTI DI KOUCHAKOFF, DI BOVIS E DI SIMONETON PORTANO NELLA STESSA DIREZIONE Per non dire poi dei celebri esperimenti di Paul Kouchakoff sulla leucocitosi digestiva, comportante pesante secrezione di linfociti in fase postprandiale (dai normali 6000 leucociti ai 18000-22000 circa dei cibi cotti e alto-proteici, di fronte al mantenimento dei 6000 leucociti nel caso di pranzo crudista-vegano)., con pesantissimo dispendio energetico-digestivo, come da ricerche presentato al 1' Congresso di Microbiologia del 1930 a Parigi. Pure le scoperte di Andrè Bovis e Andrè Simoneton conducono alle onde vibrazionali e ai diversi gradi di vitalità degli alimenti. ESSENZIALE CHE I CIBI SIANO AD ALTISSIMA RADIANZA L'ingegner Simoneton era gravemente malato e riacquistò la salute, prima di dedicarsi appassionatamente per 20 anni alle sue ricerche, e per dimostrare al mondo quanto importante fosse poter disporre di alimenti siano freschi e vivi. Per stare in pieno equilibrio ed in salute le cellule dell'uomo devono vibrare sinergicamente tra i 6250 e i 7000 Angstrom, e non scendere mai ai livelli del tumore (4874 Amgstrom) o del cancro terminale (1800 Angstrom). L'uomo deve pertanto nutrirsi con cibi sani ed ad altissima radianza, capaci di ricaricare le sue batterie scariche e di riportarlo in alto. Frutta e verdure crude in particolare che sfiorano i 10000 Angstrom e i colori dell'infrarosso. Fanno eccezione i cereali integrali che richiedono leggera cottura e la patata che migliora la sua biodisponibilità mediante una cottura non eccessiva. SIAMO COPERTI DA UN FORMIDABILE SUPPORTO SCIENTIFICO Altra gente ed altri esperimenti? Quanti ne vogliamo. Non scomoderò Ehret e Shelton. Basta citare il caso di Max Gerson, gravemente menomato da emicrania e malattie varie. Resuscitato dalla frutta, dimostrò al mondo che, con alimentazione fruttariana intensa, riportava a galla persone disperate dei reparti terminali. Basta pensare a Max Bircher-Benner, capace di conquistarsi la fiducia degli Zar e dei massimi regnanti d'Europa con le sue diete a base di frutta e verdura cruda. Capace persino di riportare a galla gente con gangrena alle gambe, togliendola letteralmente dalla sala di amputazione chirurgica. Basta citare i grandi successi dei Longevity Centers di Robert Pritikin a Miami e Santa Monica, oppure le cliniche igienistiche americane e canadesi, dove si risolvono positivamente casi conclamati di diabete-1 e 2, senza ricorso all'insulina o ad altri farmaci. DAL LATO OPPOSTO CI SONO LE DIETE CIMITERIALI E BRODAIOLE DEL CARROZZONE SANITARIO E DEI DIETISTI DA STRAPAZZO Cos'altro hanno da opporre i nemici del crudo? Le diete cimiteriali stampellate a integratori, tipo Mediterranea, Atkins, Montignac, Gruppi Sanguigni, Zona, Dukan, Tisanoreica, Lemme e compagnia bella, condannate dalla storia e dalla pratica prima ancora di cominciare? Nate già storte e sbagliate nelle premesse, prima ancora che nei risultati? O forse le fabbriche di malati precoci che si chiamano fast-food McDonalds, BurgerKing, KFC KentuckyFried Chicken? O forse le diete iperproteiche-brodaiole e super-idriche caldeggiate dai medici, capaci non di offendere ma di scoperchiare i tetti proteici dei 24 grammi/giorno, e di acidificare irreparabilmente chi le segue? O forse le fallimentari diete ortomolecolari, alla costante e disperata ricerca di alcalinizzazione stabile mediante l'ennesima trombata planetaria delle acque alcaline? LE FASI DIGESTIVE SONO COMPLESSE E CANGIANTI DA UN INDIVIDUO ALL'ALTRO, DA UN MOMENTO ALL'ALTRO, DA UNA STAGIONE ALL'ALTRA Quanto alle fasi digestive, gli amidi vengono pre-disgregati principalmente in bocca con la saliva (enzima ptialina), a patto che mastichiamo lentamente e non buttiamo dentro il cibo di corsa e in modo indiscriminato. Quando questo cibo già largamente digerito o disgregato viene ingerito, la digestione continua leggermente per un'ora o due nello stomaco, prima di passare al piccolo intestino per l'assorbimento. Chiaro che che c'è pure della proteina e che essa viene pure intaccata dalla ptialina, con pre-stimolazione automatica di secrezione acida stomacale. La presenza di oli e di grassi nel cibo rallenta il percorso digestivo nello stomaco. Gli zuccheri, consumati da soli, stanno nello stomaco non più di 20 minuti, per cui non vanno bene in un mix a prevalenza proteica. LE PROTEINE STANNO DAPPERTUTTO, I MICRONUTRIENTI VIBRANTI INVECE NO Si parla sempre di pasti a prevalenza proteica, o grassa, o carboidratica. Non esiste al mondo cibo privo di proteine. La frutta sta a livello percentuale del 6,7 (percentuale calorico/proteica American Standard), superiore al latte di donna (5,9%), ma inferiore alle noci e ai semini (11%), ai cereali integrali (13%) ai vegetali crudi (22%) e ai legumi (28%). Ovvio che la digestione non possa vertere su minuziosi dettagli, su schemi fissi e precisi, su precisioni millimetriche, ma su principi generali dettati da conoscenza alimentare, da sperimentazione personale, dai buoni risulti e sempre da una dose di buon senso. ALLA RESA DEI CONTI L'INSALATA A INIZIO PASTO APPORTA GROSSI BENEFICI Il discorso dell'insalata a inizio pasto non è solo importante per degli scambi enzimatici, ma anche per fare in modo che il pranzo o la cena non diventino una trappola e un assalto al cibo, seguito da immancabile disastro digestivo, anziché un momento sereno e rilassante di appagamento, visto che un piatto abbondante di radicchio o di altre verdure gradite, accompagnato da del pane integrale, limita e blocca gli istinti assassini verso il grasso-proteico. Alla resa dei conti poi, la cosa funziona al meglio, ed è questo che conta. Pretendere un resoconto scientifico di come gli enzimi e le vitalie esterne riescano a catalizzare nel corpo le varie reazioni mi pare un po' troppo. Conosciamo sì e no il 10% del conoscibile. L'importante è muoversi verso la strada più illuminata. NON DOBBIAMO PROVARE NULLA, SONO LORO CHE FANNO ACQUA DA TUTTE LE PARTI Se uno vuole contestare l'evidenza dei fatti è padrone di farlo, ed anche di cadere nel ridicolo. Il cavolo crudo ci mette meno di 2 ore ad essere digerito. Quello cotto richiede 3-4 ore, cioè il doppio. Siano i tuoi interlocutori biologi a spiegare questo fatto, e non tu a doverti difendere. Non vorrei che tu ti stessi scontrando coi chimico-biologi dell'ortomolecolare, una categoria spesso arretrata e dogmatica per la quale esiste l'indifferenza totale tra il vivo e il morto, tra il minerale inorganico e l'organicato, tra la vitamina naturale e quella sintetica, tra il cibo devitalizzato e quello vivo, tra il sangue e il succo d'arancia, tra la carezza sul muso del maiale e la vile coltellata alla sua gola.

CRUDISMO :Verità sull'alimentazione con cibi crudi ( 2015 SALUTE /BENESSERE )

Alcuni sostengono che la dieta dei cibi crudi sia ottimale per preservare un buono stato di salute. Altri, invece, ritengono che il crudismo possa comportare una grave denutrizione. La verità sta nel mezzo. Gli strenui sostenitori del crudismo affermano che una dieta composta principalmente da alimenti di origine vegetale, crudi e non processati, favorisca il mantenimento di un peso forma salutare, renda la pelle meno impura e aumenti il livello di energia. Essi sostengono anche che la dieta dei cibi crudi contribuisca a ridurre il rischio di malattie. Ma cos'è esattamente la dieta dei cibi crudi? Seguire questo tipo di dieta è salutare? Chiunque può diventare crudista? Che cos'è la dieta dei cibi crudi? Il principio fondamentale su cui si basa la dieta dei cibi crudi è che gli alimenti di origine vegetale nel loro stato più naturale, quindi crudi e non processati, sono la fonte di nutrizione più salutare per l'organismo. La dieta dei cibi crudi è uno stile di vita e non deve essere assolutamente interpretata come un programma alimentare di dimagrimento. Seguire una dieta crudista non è semplice. La maggior parte di coloro che intraprendono questo percorso passano gran parte del loro tempo in cucina per pelare, tritare, mescolare, miscelare ed essiccare. Questo perché la dieta dei cibi crudi è composta al 75% da frutta e verdura. Gli alimenti base di questa dieta sono: alghe germogli semi germogliati cereali integrali legumi frutta secca (essiccata e a guscio) L'alcol, gli zuccheri raffinati e la caffeina sono cibi "proibiti". La maggior parte dei crudisti sono vegani crudisti, quindi non consumano prodotti di origine animale. Tuttavia, alcuni consumano uova crude e formaggio prodotto con latte crudo o non pastorizzato. Come cucinano i crudisti? I crudisti non utilizzano il forno o i fornelli, bensì un essiccatore che favorisce una maggiore croccantezza di verdura e dolciumi. Questo apparecchio essicca anche la frutta, ingrediente base di molte ricette crudiste. Sul web è possibile reperire molte ricette tipiche della cucina crudista. Vi citiamo alcuni siti che potete consultare (ovviamente la lista non è esaustiva): Vivocrudo.it Crudismo.com Tuttocrudo.blogspot.com Se "masticate" l'inglese, ottime fonti di ricette crudiste sono: food.com (nella barra di ricerca inserite le parole "raw food" ed otterrete un elenco di ricette crudiste) welikeitraw.com living-foods.com Il meccanismo di funzionamento dell'essiccatore si basa sul calore, ma la temperatura non deve essere superiore a 46-48 gradi Celsius (115-118 gradi Fahrenheit). I crudisti ritengono che il calore elevato contribuisca al rilascio di enzimi e vitamine fondamentali per una corretta digestione. L'American Dietetic Association (ADA) contesta questa affermazione, controbattendo che è l'organismo a produrre gli enzimi necessari alla digestione e non gli alimenti che introduciamo in esso. L'ADA inoltre afferma che cucinare i cibi ad una temperatura inferiore a 48 gradi Celsius può impedire una completa eliminazione dei batteri nocivi di origine alimentare. Cibo crudo vs. cibo cotto La letteratura medica che si occupa della dieta dei cibi crudi è scarsa. La ricerca tende a focalizzarsi sul vegetarismo, sul veganismo e sui benefici che una dieta a base di alimenti di origine vegetale può apportare a livello di salute, tra cui una riduzione del colesterolo e migliori livelli di glucosio. Alcuni studi sembrano riportare in auge la convinzione che cucinare la verdura contribuisca ad eliminare nutrienti importanti. Uno studio ha dimostrato che consumare verdure crocifere crude (come cavolo, cavoletti di Bruxelles e broccoli) contribuisce a ridurre il rischio di tumore alla vescica. I ricercatori hanno notato che la cottura priva le verdure crocifere di sostanze chiamate isotiocianati (agenti che alterano le proteine nelle cellule tumorali). Hanno scoperto che anche poche porzioni al mese di verdure crocifere crude possono ridurre il rischio. Un altro studio, che ha analizzato i risultati di circa 50 studi medici inerenti il confronto tra cibo crudo e cibo cotto, ha dimostrato che consumare verdure crude aiuta a ridurre il rischio di neoplasie del cavo orale, della faringe, della laringe, dell'esofago e dello stomaco. La dieta dei cibi crudi è salutare? I pareri al riguardo sono molteplci. I ricercatori che hanno studiato l'impatto di una dieta crudista, hanno scoperto che i partecipanti allo studio presentavano livelli inferiori di colesterolo e trigliceridi. Tuttavia, presentavano anche una carenza di vitamina B12. Questo risultato è pressoché il medesimo di un altro studio sui crudisti condotto in Finlandia. La vitamina B12 si trova allo stato naturale solo nei prodotti di origine animale. Essa è fondamentale per lo sviluppo dei nervi e dei globuli rossi ed un'eventuale carenza può comportare anemia e danni neurologici. Uno studio tedesco, condotto su crudisti a lungo termine, ha dimostrato che i livelli di vitamina A e di carotenoidi alimentari dei soggetti analizzati erano salutari. Ambedue le sostanze provengono da verdura, frutta e frutta secca, e proteggono da malattie croniche. Tuttavia, i partecipanti allo studio presentavano livelli medi inferiori di licopene nel plasma, che si ritiene possa avere un ruolo nella prevenzione delle malattie. Il licopene si trova negli alimenti di origine vegetale di colore rosso acceso, come i pomodori. Tuttavia, il contenuto di licopene è maggiore quando i pomodori vengono cotti. Un altro rischio per i crudisti potrebbe essere una massa ossea minore della colonna lombare e dell'anca. Tuttavia, i ricercatori sono giunti alla conclusione che i crudisti presi in esame godevano di una "buona qualità ossea". Questo perché la rapida perdita di peso all'inizio della dieta potrebbe aver causato una riduzione della massa ossea. Infine, un altro studio ha dimostrato che la dieta crudista può comportare l'interruzione del ciclo mestruale, causata sempre dalla drastica perdita di peso. Crudismo e nutrizione La dieta dei cibi crudi è ricca di nutrienti. E' ricca di fibre ed è povera di grassi e zuccheri. Ma i crudisti, così come i vegani, devono assicurarsi di soddisfare il fabbisogno di vitamina B12, calcio, ferro e degli acidi grassi Omega 3, la maggior parte dei quali si trova allo stato naturale nei prodotti di origine animale. L'American Dietetic Association (ADA) offre le seguenti linee guida: La dose di ferro consumata deve essere doppia rispetto a quella dei non-vegetariani. Ottime fonti di ferro sono il tofu, i legumi, le mandorle e gli anacardi. Consumare almeno 8 porzioni al giorno di alimenti ricchi di calcio come cavolo, fagioli di soia, tempeh (alimento fermentato ricavato dai semi di soia gialla; è anche noto come carne di soia) e fichi. Consumare cereali fortificati a colazione, lievito nutrizionale e latte di soia fortificato con vitamina B12. L'assunzione di integratori è da prendere in considerazione. Consumare semi di lino e noci. Utilizzare l'olio di canola, di semi di lino e di soia. Sono tutti ottime fonti di acidi grassi Omega 3. E' consigliabile assumere un integratore di Omega 3. I crudisti, in genere, assumono la medesima quantità di proteine dei non-vegetariani attraverso gli alimenti di origine vegetale consumati nel corso della giornata. Ma poiché le proteine vegetali sono meno digeribili, l'ADA raccomanda di consumare grandi quantità di soia e legumi. I nutrizionisti dell'ADA raccomandano inoltre ai crudisti e ai vegani di incrementare l'apporto di calcio. Questo perché il loro regime alimentare è caratterizzato da un elevato contenuto di aminoacidi contenenti zolfo (frutta secca e cereali, per esempio), che possono aumentare la perdita di calcio nel tessuto osseo. Lo zinco viene assorbito meglio dall'organismo attraverso il consumo di carne. L'ADA, quindi, raccomanda il consumo di legumi, cereali e semi. In questo modo, il corpo potrà assorbire meglio i nutrienti da questi alimenti. Infine, coloro che non consumano carne o prodotti lattiero-caseari dovrebbero prestare particolare attenzione anche all'apporto di vitamina D. Bassi livelli di vitamina D possono comportare un indebolimento delle ossa. L'ADA raccomanda il consumo di alimenti arricchiti con vitamina D, tra cui alcune marche di latte di soia, latte di riso, cereali per la colazione e margarina. E' consigliabile l'assunzione di un integratore di vitamina D. La dieta dei cibi crudi fa per me? Se siete degli adulti in salute che amano cucinare e se rinunciare alla carne e ai latticini per voi non è un problema, la dieta dei cibi crudi potrebbe fare al caso vostro. Qui di seguito vi proponiamo alcuni punti da tenere in debita considerazione prima di adottare un regime alimentare di questo tipo. L'ADA supporta le diete a base di prodotti vegetali, ma contesta i regimi alimentari composti in prevalenza da alimenti crudi sostenendo che cucinare alcuni cibi, come uova e pomodori, li rende più biodisponibili. Questo fa sì che i nutrienti presenti in questi alimenti vengano assorbiti meglio dall'organismo. La dieta dei cibi crudi richiede una notevole lavorazione dei cibi che può privarli dei loro nutrienti. Per esempio, lavorare la polpa degli anacardi per ricavarne una sorta di latte, provoca l'eliminazione di fibre salutari. Essiccare e sminuzzare comporta la distruzione di preziose sostanze nutritive, così come l'esposizione all'aria. Poiché i crudisti non consumano pesce, potrebbero non soddisfare il fabbisogno degli acidi grassi essenziali, come gli Omega 3. Spesso risultano carenti altre vitamine e altri nutrienti, come la vitamina B12. L'ADA, a questo proposito, raccomanda l'assunzione di integratori specifici. La dieta dei cibi crudi è caldamente sconsigliata ai lattanti e ai bambini.

Verità sull' acqua alcalina Ionizzatori PH : CHI CI GUADAGNA / COSA ?

Ionizzatori d'acqua alcalina
Bufala: ionizzatori ed alcalinizzatori sono commercializzati tramite aziende che vendono con modalità multi-level marketing (o piramidale che dir si voglia), che sono società con un’etica piuttosto discutibile. Verità: Un'azienda non etica è quella che vende prodotti nocivi per la salute, non certo quella che vende prodotti che migliorano la salute. Personalmente, mi auguro di tutto cuore che le aziende che vendono prodotti che migliorano lo stato di salute dei propri clienti abbiano un successo sempre più grande. Magari in questo mondo potessero prosperare solo le aziende che vendono prodotti che migliorano lo stato di salute e il benessere delle persone! Poi certo si può discutere sul profitto, si sa che le aziende con un marketing multilivello devono dare molte provvigioni su tanti livelli e questo fa lievitare il prezzo. Sul mercato italiano si possono trovare degli ionizzatori ottimi. anche se spesso sono ahimé troppo cari. Ho testato molti altri ionizzatori d'acqua alcalina, e fra tanti uno in particolare che dà degli ottimi risultati in termini di ORP e di pH è lo ionizzatore d'acqua alcalina MeglioinSalute.com Testato anche da colleghi in Giappone, siamo rimasti molto sorpresi dalla qualità di questo ionizzatore. Rapportato alla sua qualità, inoltre, il prezzo è ottimo e alla portata di tutti. Altri marchi che ho visto e testato recentemente, realizzati in paesi come Cina e Taiwan, peccano invece di qualità sui materiali d'impiego e di conseguenza sui risultati. Si sa, quando un prodotto inizia ad essere venduto, ci si buttano in molti, purtroppo senza l'esperienza e le competenze necessarie. Addirittura chi fino a ieri vendeva farmaci, integratori, materassi, poltrone massaggianti … e chi più ne ha più ne metta. Ma questo è il mercato. Sta all'attento consumatore fare la scelta migliore. Bufala: IINVECE DI SPENDER DENARO PER ACQUISTARE MACCHINARI CHE IONIZZANO O ALCALINIZZANO L'ACQUA, SAREBBE PIU' SAGGIO E MENO DISPENDIOSO MODIFICARE LA PROPRIA ERRATA ALIMENTAZIONE, PER OTTENERE QUESTI BENEFICI: Verità: Vi assicuro che tutti i pazienti, inclusi quelli vegetariani e vegani, sono tutti acidi! Non ci credete? Allora misurate il pH delle vostre urine! Certo che se una persona: non mangia MAI proteine animali (carne, pesce, uova, latte e derivati ecc); non mangia MAI dolci; non mangia MAI cibi a base di farine raffinate; non mangia MAI fritti, soffritti, cibi cotti ed elaborati; non beve MAI thè né tantomeno caffè; respira solo aria molto pura; beve sempre e solo acqua molto pura (non gasata, nè col minimo inquinante); non si stressa e non si arrabbia mai; può sempre dormire quando ha sonno e si sveglia solo quando ha riposato a sufficienza, ebbene allora questa persona potrebbe non avere bisogno dell'acqua alcalina ionizzata, sebbene ne trarrebbe comunque un gran beneficio, in quanto l'acqua alcalina ionizzata è più idratante e fortemente anti-ossidante. Ma quante persone conoscete così?... Tutte le altre persone, (praticamente tutti!) invece hanno un grande bisogno dell'acqua alcalina ionizzata, pena l'inesorabile depauperamento delle sostanze alcaline dell'organismo, l'invecchiamento precoce, la predisposizione a malattie degenerative ecc.. Semi-Bufala: L'alimentazione corretta per l'uomo è l'alimentazione vegetariana. Con questa alimentazione corretta il pH sarà alcalino. Più si mangia carne più il nostro corpo (e l'urina) sarà acido e più saremo esposti a vari problemi di salute. Verità: Certamente è vero che abbiamo un gran bisogno di frutta e verdura fresche, cibi alcalinizzanti; potremmo e dovremmo ridurre al minimo (e meglio ancora a zero) le proteine animali (carne pesce, uova, latte), ma quante persone sono pronte a farlo? Saprebbero cosa mangiare al posto degli alimenti eliminati e come rendere comunque bilanciata ed equilibrata la propria dieta senza incorrere in gravi carenze nutrizionali? Sapete quante persone ho conosciuto nel mio studio che sono state vegetariano/vegane per anni e che purtroppo hanno subìto gravi carenze nutrizionali? Io sono convinto che quella vegetariana o meglio vegana sia l'alimentazione per la nostra salute, MA bisogna sapere quello che si fa! Prima di eliminare alimenti, è fondamentale integrare la propria dieta con altri alimenti, aggiungerne di nuovi, in modo tale da non andare incontro a carenze nutrizionali che possono portare a malattie altrettanto gravi di quelle che derivano dalle proteine animali! L'alimentazione vegetariana/vegana non è assolutamente sufficiente a garantire un buon equilibrio acido-basico! A meno che non ci siano tutte le altre condizioni elencate alla bufala di cui sopra, cioè a meno che... non siate UN FACHIRO EREMITA! Provare per credere! UN ULTIMO SUGGERIMENTO... State molto attenti quando scegliete da quale professionista della salute farvi aiutare! Un pezzo di carta ahimè non basta per fare un bravo professionista, in nessun ambito e a maggior ragione in questo. Troppi sono gli interessi economici in gioco, troppe le mode, troppe le prese di posizione per partito preso e non a ragion veduta. "Attenzione ai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!" (Vangelo [Mt 7, 15] ) Intendiamoci, io NON VENDO IONIZZATORI D'ACQUA e me ne guardo bene! Ci sono molti modi di procurarsi l'acqua alcalina ionizzata e ognuno di questi ha pro e contro. Ognuno decida in base a quanto vuole spendere e a cosa vuole ottenere, ma mi sembra giusto dare tutte le informazioni, pro e contro ogni metodo.

martedì 20 ottobre 2015

VERITà 2015 VERONA : CHI CI HA GUADAGNATO DALLE ACQUE PRIVATIZZATE DOPO IL REFERENDUM DEL 2011 IN ITALIA?

Il 12 e 13 giugno 2011 oltre 27 milioni di italiani votarono i quesiti sui servizi pubblici locali. Oggi Napoli ha affidato il servizio ad “Acqua bene comune”, mentre Reggio Emilia ha preparato una ri-pubblicizzazione che oggi è messa in discussione (e per questo sabato 13 giugno in città si terrà una manifestazione). Ecco chi cerca di tradurre in pratica i “2 sì per l’acqua bene comune”. “Napule è mille culure” cantava Pino Daniele. Uno è senz’altro l’azzurro del mare che bagna la città, e dell’acqua pubblica, e forse per questo i comitati cittadini hanno usato le parole del cantautore scomparso a gennaio 2015 per festeggiare l’affidamento del servizio idrico della città adABC (www.arin.na.it), azienda speciale del Comune di Napoli. ABC significa Acqua Bene Comune: l’azienda, infatti, porta nel nome il dna del referendum del 2011. Il 12 e 13 giugno di quattro anni fa la maggioranza degli italiani manifestò la volontà di affidare ovunque la gestione del servizio idrico integrato a soggetti pubblici, ma si rincorrono nell’ordinamento interventi normativi che vanno in direzione “ostinata e contraria”, nonostante a livello globale si assista prevalentemente a fenomeni di ri-municipalizzazione (vedi l’intervista a p. 24). Il Comune di Napoli, in controtendenza rispetto al resto del Paese, ha invece deliberato a marzo l’affidamento -per trent’anni-, e ABC si è impegnata entro la fine di ottobre alla presentazione di un Piano industriale: “La delibera del Comune di Napoli è arrivata in un momento particolarmente importante, perché la Regione Campania stava approntando una nuova legge regionale sul servizio idrico integrato che prevede la creazione di un unico ‘ambito territoriale ottimale’ su scala regionale” racconta ad Altreconomia l’avvocato Maurizio Montalto, specialista in Diritto e gestione dell’ambiente e presidente di ABC, una dimensione che secondo Montalto “il pubblico non sarebbe in grado di gestire”. Anche se formalmente nessuno obbliga alla privatizzazione, cioè, la scala prevista potrebbe essere compatibile solo con la presenza di un soggetto privato. Che in Campania ha già un nome, ed è quello di Acea, lamultiutility romana quotata in Borsa, controllata al 51% dal Campidoglio, presente nel capitale di Gori spa – il gestore che opera nell’area sarnese-vesuviana- e di Gesesa, presente in 13 Comuni del beneventano, tra cui il capoluogo. “Gori ha cumulato un debito di circa 270 milioni di euro nei confronti della Regione, e la giunta Caldoro ha deciso di condonarne 70 e rateizzare la restituzione degli altri duecento -spiega Montalto-: per noi, invece, pare impossibile arrivare a rateizzare un debito di 50 milioni di euro”. Oggi ABC fattura circa 100 milioni di euro all’anno, e ha circa 300mila utenze (nel centro storico e in molti quartieri di Napoli i condòmini hanno un unico contatore). Cittadini che bevono acqua di alta qualità, convogliata grazie ad opere importanti, come l’acquedotto che collega Napoli alle sorgenti del Serino, in provincia di Avellino, lungo circa 60 chilometri. La legge regionale -la cui approvazione prima della decadenze del consiglio in vista delle elezioni di fine maggio è stata frenata dall’opposizione dei comitati per l’acqua pubblica, http://retecivica-ato3.blogspot.it– avrebbe ridisegnato i bacini idrografici, “scippando” a Napoli le sorgenti più importanti per farle ricadere nell’area di pertinenza di Gori. Montalto invita a considerare Napoli, e il suo golfo, come “assediate con una strategia di tipo bellico, puntando direttamente alle fonti”. Anche l’Acquedotto pugliese (AQP), società per azioni di proprietà della Regione Puglia, a fine marzo 2015 ha stretto con Gori una partnership, salutata dall’ad della società pugliese come “una importante opportunità per perseguire economie di scala a livello di distretto idrografico dell’Appennino meridionale”. Pure l’AQP prende acqua (di qualità) in Irpinia, riserva importante per tutto il Sud Italia. L’acqua bene comune è del resto una risorsa scarsa, e usi ed abusi agricoli e industriali ne degradano la qualità, come evidenza l’ultimo rapporto Ispra sui pesticidi nelle acque, diffuso a inizio 2015: l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nella sua attività di monitoraggio ha trovato pesticidi nel 56,9% dei 1.355 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 31,0% dei 2.145 punti di quelle sotterranee. La presenza di importanti sorgenti è, probabilmente, una delle ragioni che hanno spinto l’ente d’ambito alessandrino ad intimare la consegna delle reti al Comune di Costa Vescovato, che ancora le gestisce in proprio. Gli utenti serviti -500 abitanti sparsi sui colli tortonesi- non paiono sufficienti a muovere l’interesse di un gestore privato. In tutta la provincia, è l’ultimo comune resistente: la consegna delle reti sarebbe “obbligata”, secondo l’ente d’ambito, da quanto previsto nella legge Sblocca-Italia del novembre 2014. Di avviso diverso è però la Regione Piemonte, che con una circolare ha ribadito la salvaguardia per le gestioni dei Comuni montani sotto i mille abitanti. Anche nel Lazio, alcuni Comuni dell’Ato 2, quello che “contiene” anche la città di Roma, hanno ricevuto una diffida a consegnare le reti ad AceaAto2, che è il gestore d’ambito. Secondo il Forum italiano dei movimenti per l’acqua (www.acquabenecomune.org) la richiesta sarebbe illegittima, perché nel territorio regionale è in corso una rideterminazione degli ambiti territoriali ottimali, dopo l’approvazione nel 2014 di una nuove legge regionale sul servizio idrico integrato, “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”. Otto enti hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio. In Parlamento, intanto, avanza l’iter di approvazione della riforma della pubblica amministrazione: gli articoli 13 e 14 del “ddl Madia” (dal nome del ministro proponente, Marianna Madia), che mentre scriviamo è alla Camera in seconda lettura, per l’approvazione definitiva, puntano a limitare drasticamente la possibilità di gestione pubblica e incentivano i processi di aggregazione tra aziende intorno ai quattro colossi multiutilities quotati -che sono A2A, Iren, Hera e Acea-, oltre a favorire la perdita del controllo pubblico dei soggetti gestori. In Emilia-Romagna, così, è già in corso la “discesa” della partecipazione pubblica in Hera dal 51% al 38%. I maggiori azionisti pubblici della società sono il Comune di Bologna (9,99%) e quello di Modena (9,82%). Pochi chilometri più a Ovest lungo la via Emilia, però, lo scenario è completamente diverso. E Reggio Emilia potrebbe essere, dal 1° gennaio 2016, la seconda città italiana a “realizzare il referendum”, dopo Napoli. “L’affidamento del servizio idrico integrato a Iren Emilia è scaduto a fine 2011” racconta Emiliano Codeluppi, del Comitato acqua bene comune reggiano (www.facebook.com/groups/acquapubblica.re). Sono quasi 4 anni, quindi, che in città e negli altri 44 Comuni della provincia si discute il futuro della rete acquedottistica realizzata (e un tempo gestita) da Agac, la società pubblica reggiana poi “diluitasi” nel decennio scorso prima in Enia e quindi in Iren, entrambe utility quotate in Borsa. “Il Comune di Reggio Emilia, attraverso ATERSIR, l’Agenzia regionale per i servizi, ha incaricato un soggetto terzo di sviluppare un piano di fattibilità dell’affidamento a un soggetto pubblico. A partire dalle indicazioni contenute nel Piano d’ambito, in particolare per quanto riguarda investimenti e tariffe, sono definiti tre scenari, e tutti evidenziano che la nuova azienda pubblica potrebbe sostenere, tranquillamente, il livello di investimenti previsti senza dover ritoccare verso l’alto le tariffe”. Con un documento dell’8 giugno, la direzione provonciale del Partito democratico ha preso posizione contro l’opzione della ri-pubblicizzazione. La società di consulenza ha calcolato anche il costo di subentro, da riconoscere al vecchio gestore per gli investimenti realizzati e non ancora ammortizzati: servono circa 125 milioni di euro. Come recuperare queste risorse è l’unico elemento di incertezza, insieme alla definizion della natura societaria del nuovo gestore. Le due opzioni possibili sono quelle di una società per azioni al 100% pubblica o di un’azienda speciale, sul modello napoletano. Solo quest’ultima, per statuto, non deve distribuire utili agli azionisti.

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